Diversi sono i fenomeni macroscopici non citati nell’intervento, diffuso oggi su alcune testate, sul presunto calo dei ricoveri all’Ausl di Modena. A partire dal tasso di ospedalizzazione, riferimento per valutare la produttività, che a Modena è conforme a quello regionale, per cui non vi sono disallineamenti rispetto alle performance della rete complessiva.
Effetto del trasferimento dell’Ospedale di Baggiovara all’AOU
In primis, a determinare la variazione dei dati è il trasferimento dell’Ospedale di Baggiovara (già Ospedale Sant’Agostino e Ospedale Estense) dall’Azienda USL all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena che ha comportato una variazione strutturale nei dati: oltre 18.350 ricoveri sono stati “spostati” su un’altra azienda sanitaria. Un importante cambiamento organizzativo che da solo spiega una parte significativa della riduzione apparente.
La riduzione dei ricoveri: un fenomeno globale, non solo locale
Vi è, grazie alla conoscenza medica, una tendenza internazionale in calo che interessa tutti i sistemi sanitari avanzati. Negli ultimi trent’anni*, i progressi della medicina, della chirurgia mini-invasiva, dell’anestesia e dell’organizzazione sanitaria hanno permesso di trattare molte patologie in regime ambulatoriale o di day service, riducendo la necessità di ricoveri prolungati.
Esempi concreti: decine di migliaia di interventi molto diffusi come la riparazione di ernie, tunnel carpale, vene varicose o la rimozione della cataratta, che un tempo richiedevano il ricovero ospedaliero, oggi vengono eseguiti di norma in regime ambulatoriale, con ritorno a casa in giornata. Questo non significa meno cure, ma cure più appropriate, sicure e meno impattanti per il paziente.
Trasferimento delle attività di day hospital oncologico (2016)
A partire dal 2016, le attività di day hospital oncologico sono state trasferite dai reparti ospedalieri ai servizi territoriali, sempre in una logica di cure più vicine al paziente. Queste attività, una volta conteggiate tra i ricoveri, sono oggi classificate come prestazioni ambulatoriali e quindi non rientrano più nelle statistiche citate. Risultato: il calo dei ricoveri non riflette una diminuzione delle cure offerte, ma una diversa modalità di erogazione, più vicina al domicilio e spesso più gradita ai pazienti.
Preme ricordare infine che:
- La riduzione dei ricoveri non è necessariamente un segnale di inefficienza o di peggioramento della sanità pubblica, ma anzi è spesso il risultato di innovazioni cliniche, organizzative e di una maggiore appropriatezza delle cure.
- I dati vanno sempre letti nel loro contesto storico e organizzativo: cambiamenti nei modelli di assistenza, trasferimenti di attività e riorganizzazioni aziendali possono influenzare le statistiche senza riflettere una reale diminuzione dell’offerta sanitaria.
- Il vero obiettivo resta garantire cure efficaci, sicure e accessibili, indipendentemente dal luogo e dalla modalità di erogazione, che sia ricovero o regime ambulatoriale.
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*Fonti: I rapporti “Health at a Glance” dell’OECD e i report statistici dell’OMS (World Health Organization) documentano costantemente la riduzione dei tassi di ricovero e della disponibilità di posti letto ospedalieri nei Paesi OCSE, attribuendo il fenomeno a innovazioni cliniche, chirurgiche e organizzative.


