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Pratiche sleali nella filiera agroalimentare, l’assessore Mammi: Bene il nuovo Regolamento Ue

“Un’ottima notizia il nuovo Regolamento europeo sulla cooperazione tra le autorità di contrasto delle pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e agroalimentare. Il Regolamento rafforzerà la lotta contro le pratiche commerciali sleali fuori dai confini nazionali e contribuirà a rendere più forti, lineari e trasparenti i rapporti commerciali lungo la filiera e a cercare di garantire una giusta remunerazione per il lavoro degli agricoltori e il valore dei loro prodotti. Le pratiche sleali che agricoltori e piccoli produttori subiscono riguardano nello specifico ritardi nei pagamenti, modifiche o cancellazioni degli ordini, rifiuti di contratti di acquisto scritti”.

È quanto afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, in merito all’accordo raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo sul nuovo Regolamento volto a rafforzare la cooperazione per contrastare le pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare. Un’intesa che dovrà ora essere formalmente approvata dalle due istituzioni europee e che nasce dall’esperienza maturata con la direttiva del 2019 e dalla crescente dimensione del commercio alimentare tra Stati membri: circa il 20% dei prodotti consumati in un Paese europeo proviene da un altro Stato membro. La proposta, presentata dalla Commissione nel dicembre 2024, recepisce anche le raccomandazioni del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura.

“Il rafforzamento della collaborazione tra stati membri, tramite l’obbligo per le autorità nazionali di porre fine a qualsiasi pratica sleale- prosegue Mammi-, replica un sistema di controllo sui prodotti che si ispira ai processi di tutela delle Dop e Igp europee, che ha sempre dato buoni risultati. Ci auguriamo che questo Regolamento- conclude- possa essere applicato al più presto per poter proteggere al meglio il nostro agroalimentare, quando viene messo a repentaglio da altri Paesi membri dell’Unione europea, e anche da produttori di Paesi terzi, contro le pratiche commerciali sleali da parte di alcune centrali d’acquisto con sede al di fuori dell’Ue”.

















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