Altra interrogazione consigliare discussa lunedì 29 settembre era a firma del Capogruppo della Lista Macchioni Francesco Macchioni, avente ad oggetto “Censimento della popolazione extracomunitaria sul territorio del Comune di Sassuolo”.
“Il Comune di Sassuolo – recita l’interrogazione – conta 41.328 abitanti, dati aggiornati al 31 Dicembre 2024, di questi 6078 sono di origine straniera, per la maggior parte extracomunitari. La percentuale è del 14, 7% ed è un dato molto elevato, ma sul territorio se ne percepiscono molti di più. Visto che: negli ultimi periodi ci sono state vicende di violenza non piacevoli, causate proprio da questi personaggi spesso ubriachi che girando per la città disturbano i cittadini, mettendo paura, spacciando sostanze stupefacenti. Si interrogano il Sindaco e la Giunta per chiedere: se l’Amministrazione sia intenzionata chiedere al Prefetto di fare, con l’ausilio delle forze dell’ordine, controlli a tappetto nei locali, negli appartamenti, garages, cantine, ecc. dove risiedono o dimorano queste persone. In questo modo si otterrebbe un censimento reale di quelli regolari e quelli che non lo sono”.
Ha risposto il Sindaco Matteo Mesini.
“L’interrogazione del consigliere Macchioni, con la quale si invita l’Amministrazione a chiedere al Prefetto e alle Forze dell’Ordine “controlli a tappeto” in appartamenti, garage e locali per censire cittadini regolari e irregolari, merita una risposta chiara e senza ambiguità. Al 31 agosto 2025 il Comune di Sassuolo conta 41.274 residenti, di cui 6.034 stranieri regolarmente soggiornanti: 809 comunitari e 5.225 extracomunitari. Si tratta di cittadini in possesso di passaporto e permesso di soggiorno, regolarmente iscritti all’anagrafe. L’anagrafe, com’è ovvio, non registra persone senza titolo di soggiorno, così come non rileva chi è temporaneamente domiciliato o privo di residenza.
La proposta del consigliere, oltre a essere impossibile sul piano operativo, è soprattutto gravissima sul piano giuridico e democratico.
Non è consentito – e non sarà mai consentito – che lo Stato o il Comune entrino a tappeto nelle case, nei garage o nei locali pubblici senza titolo legale, per chiedere alle persone i documenti “a prescindere”. Questo sarebbe un metodo contrario alla Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza e vieta ogni forma di discriminazione fondata su cittadinanza o origine etnica.
Si tratterebbe, inoltre, di una violazione palese delle garanzie fondamentali:
- La privacy e la protezione dei dati personali, tutelate dalle norme europee e nazionali.
- L’inviolabilità del domicilio, che può essere superata solo in caso di flagranza di reato o con specifico mandato dell’autorità giudiziaria.
- Il principio di non discriminazione, cardine della nostra democrazia.
Richieste come questa non solo sono irrealizzabili per legge, ma evocano metodi che ricordano tempi bui della nostra storia, quando non vigeva lo Stato di diritto ma lo squadrismo, e i cittadini non erano tutelati dalle garanzie costituzionali.
Definiremo le cose con il loro nome: una simile proposta è incostituzionale, discriminatoria e pericolosa.
Questa Amministrazione non accetterà mai scorciatoie che calpestano i diritti fondamentali dei cittadini. La sicurezza si costruisce con la presenza costante delle Forze dell’Ordine, con la collaborazione istituzionale, con controlli mirati e legittimi, non con la schedatura indiscriminata delle persone sulla base della loro origine.
Siamo al fianco della Prefettura, della Questura, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza per continuare a garantire un presidio serio ed efficace sul territorio, ma sempre nel rispetto delle regole democratiche e costituzionali.
Perché sicurezza e legalità non possono – e non devono mai – diventare sinonimo di abuso o discriminazione”.