
La seconda interrogazione discussa lunedì sera in Consiglio Comunale era a firma del Gruppo del Partito Democratico, avente ad oggetti: “Il ruolo politico e sociale del centro antiviolenza Tina e la responsabilità dell’Istituzione nel riconoscimento del femminile come fondamento dell’identità umana”.
“Premesso che – recita l’interrogazione – il Centro Antiviolenza Tina nasce dalla sinergia tra il settore politiche sociali del Distretto dell’Unione e l’area pari opportunità; Il Centro rappresenta un presidio fondamentale non solo di accoglienza, ma di resistenza e trasformazione, integrando il centro di ascolto donne con una rete di protezione e accompagnamento delle vittime di violenza; La funzione del Centro non può esaurirsi nell’intervento sull’emergenza, ma deve essere riconosciuta come presidio culturale e politico in grado di rimettere al centro la questione del femminile come nodo irrisolto del nostro tempo; In questo senso, si segnala come esempio virtuoso la Casa delle Donne di
Modena, che affianca all’accoglienza e al supporto delle donne vittime di violenza anche un profilo etico, politicizzato e formativo, in senso culturale e collettivo, orientato al riconoscimento del femminile come dimensione costitutiva della società. Un femminile che non si riduce al corpo femminile né si identifica in senso stretto con il “femminismo”, ma che interroga tutte e tutti – uomini e donne – come parte di un’identità umana complessa e relazionale. Considerato che: La violenza sulle donne non riguarda solo il corpo, ma è un attacco sistemico al femminile come dimensione simbolica, psichica, sociale, presente in ogni essere umano, uomo o donna che sia; Ogni abuso, ogni atto di bullismo o sopraffazione nei confronti del femminile – inteso come ascolto, cura, intuizione, fragilità, relazionalità, creazione – è una ferita inferta all’identità umana nel suo insieme; Il patriarcato, lungi dall’essere superato, si ristruttura costantemente, anche attraverso linguaggi nuovi e apparentemente neutri, e continua a produrre violenza economica, istituzionale, lavorativa e culturale, che costringe le donne a mascherarsi da uomini per essere ascoltate. Viviamo in un’epoca in cui la conquista dei diritti è messa a rischio da una regressione simbolica: il femminile è ancora marginalizzato, ridotto a corpo, oggetto o funzione, mentre la sua autentica espressione viene sistematicamente negata o distorta;
Le istituzioni, se vogliono essere realmente democratiche, devono farsi carico non solo dell’accoglienza delle vittime, ma anche di un impegno attivo nella decostruzione dei modelli culturali che alimentano la violenza di genere e la negazione del femminile.
Si interroga pertanto il Sindaco e la Giunta per sapere: Se l’Amministrazione comunale ritenga il Centro Antiviolenza Tina non solo un servizio sociale, ma un luogo politico di trasformazione culturale, e se intenda sostenerlo anche in questa funzione; Quali risorse, finanziarie e umane, sono attualmente destinate al Centro e se vi è un piano di rafforzamento e ampliamento alla luce dell’aumento della domanda e della complessità dei bisogni emergenti; Se il Comune promuove – o intende promuovere – iniziative pubbliche,
percorsi educativi e progetti formativi rivolti alla cittadinanza, alle scuole, ai servizi, al mondo del lavoro, che affrontino in modo strutturale e critico la questione della violenza e della cultura patriarcale; Se esistono, o si intendono attivare, percorsi istituzionali per il riconoscimento del femminile come valore fondativo della convivenza democratica, e non come differenza da tollerare o da assimilare al modello dominante; Se l’Amministrazione ritiene opportuno avviare o rafforzare una riflessione interna e pubblica sul ruolo che anche le istituzioni possono svolgere, consapevolmente o meno, nella riproduzione di stereotipi e dinamiche che contribuiscono alla marginalizzazione del femminile, e se intende farsi promotrice di percorsi culturali e formativi che favoriscano una maggiore consapevolezza diffusa, all’interno e all’esterno dell’ente, sul valore del femminile come risorsa collettiva e fondamento della convivenza democratica. Perché ogni abuso sul femminile è un abuso sull’umano. E ogni silenzio istituzionale è una perdita di senso e di giustizia per l’intera comunità”.
Ha risposto l’Assessore alle Pari Opportunità Maria Raffaella Pennacchia.
“Il Centro Antiviolenza Tina, pur essendo nato in un contesto istituzionale e avendo nel suo organico assistenti sociali, non va confuso con un servizio sociale. La sua mission è specifica: offrire alle donne vittime di violenza uno spazio protetto e specializzato, neutrale, dove possano condividere ed elaborare la propria esperienza, attivando le risorse necessarie per uscire dalla violenza in un’ottica di autodeterminazione.
L’inserimento di assistenti sociali serve a garantire professionalità e competenza, ma il Centro mantiene una metodologia distinta dai servizi sociali, evitando sovrapposizioni che rischierebbero di compromettere la centralità del vissuto di violenza e il lavoro relazionale con le donne. E’ fondamentale che il Centro Antiviolenza venga riconosciuto come un luogo con un’identità specifica che mette in campo metodologie condivise ponendo sempre al centro le donne che vivono una condizione di violenza. Il Centro antiviolenza:
– accoglie e riconosce la capacità di autodeterminazione delle donne
– fornisce uno spazio non giudicante e di sostegno
– mira alla decostruzione dei modelli dominanti e di potere
– promuove un cambiamento culturale dei contesti in cui opera in termini di prevenzione e contrasto al fenomeno della violenza di genere
– accompagna la donna nel percorso di uscita dalla sua condizione di maltrattamento, nella fase di emergenza e in quelle successive, favorendo la sua autonomia personale
Il Centro Antiviolenza Tina ad oggi è composto da sei professioniste:
– Coordinatrice del Centro,
– una Assistente Sociale a tempo pieno e una assistente sociale a tempo parziale,
– una educatrice a tempo parziale.
Al suddetto personale dipendente si aggiunge il personale in appalto (AS e psicologa) Gulliver.
Inoltre Il Centro si avvale della collaborazione di:
– Consulenti legali (che offrono gratuitamente consulenze legali alle donne che si rivolgono al Centro Tina, ciò a seguito di un accordo con l’Ordine degli avvocati di Modena);
– Operatrici del pronto intervento H24 (che intervengono nelle emergenze durante la chiusura del Centro Antiviolenza);
– Mediatrici linguistiche e culturali.
L’equipe del Centro Antiviolenza lavora in stretta collaborazione con la rete dei servizi sociosanitari presenti sul territorio, le Forze dell’Ordine nonché con il Terzo Settore e con la cittadinanza.
Il Centro Tina trae le risorse economiche per il proprio funzionamento e per lo svolgimento delle attività:
– dal bilancio dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico;
– dai finanziamenti derivanti da DGR Emilia Romagna e da progetti che promuovono attività rivolte alle donne che vivono una condizione di violenza;
– dalle donazioni da parte di associazioni e liberi cittadini che mostrano particolare sensibilità alla tematica.
Nei prossimi mesi è prevista l’apertura della Casa Rifugio del Centro Tina. L’appartamento dispone di 6 posti letto, destinati a donne con o senza figli, che vivono condizioni di maltrattamento e violenza di genere, che necessitano di allontanarsi dal contesto violento.
L’amministrazione comunale di Sassuolo progetta e realizza iniziative coordinate con i Comuni del Distretto per la promozione delle pari opportunità sia per la ricorrenza dell’8/3 che per la ricorrenza del 25/11 in virtù del Protocollo d’Intesa tra tutti i comuni dell’Unione del distretto ceramico. Per entrambe le date vengono da tempo realizzate iniziative varie di sensibilizzazione pubblica anche con la collaborazione dell’associazionismo locale.
La giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si tiene annualmente il 25 novembre, rappresenta l’occasione per coinvolgere la città, in particolar modo i ragazzi e alle ragazze, in una riflessione che interroghi in modo consapevole sulle ragioni della violenza e sulla necessità di reagire attraverso la cultura del rispetto reciproco e della parità dei diritti, all’interno della famiglia, nell’ambiente scolastico, sul lavoro: altro obiettivo del triennio, condiviso con iI tavolo di cui sopra è infatti quello di ripensare questo importante appuntamento per rinnovare l’interesse dei ragazzi e delle ragazze; da anni infatti è in essere un progetto legato al 25/11 che coinvolge le amministrazioni del distretto e gli istituti superiori del territorio, che si intende ripensare per adeguarlo agli interessi delle ragazze/ragazzi e dei mutamenti della società.
Già da 5 anni viene proposto “Impari”, un progetto distrettuale e in collaborazione con il Centro Documentazione Donna di Modena che prevede la realizzazione di incontri presso le scuole primarie sul tema delle differenze di genere; progetto che è stato finanziato dalla Regione e verrà realizzato per il prossimo biennio.
Il Comune di Sassuolo e alcune realtà imprenditoriali propongono il progetto DONNE LEAD: PERCORSI DI EMPOWERMENT E CRESCITA STRATEGICA che prevede la realizzazione di una serie di iniziative per promuovere l’empowerment femminile, anch’ esso finanziato da fondi regionali.
Un ulteriore progetto messo in campo dall’unione del Distretto Ceramico è “Per provare a cambiare 2025-2026” rivolto agli Istituti scolastici secondari di secondo i cui obiettivi generale sono:
– favorire il rispetto per una cultura plurale delle diversità e della non discriminazione, anche in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere, promuovere il tema della parità uomo-donna e le pari opportunità.
– contribuire al cambiamento culturale relativo al contrasto alla violenza di genere da parte dell’intera comunità, in particolar modo nei riguardi delle giovani generazioni attraverso azioni e attività di prevenzione, formazione ed informazione. L’attività di prevenzione è rivolta soprattutto ai più giovani nelle scuole e presso le agenzie educative del territorio, nei contesti formali ed informali,
– ampliare la collaborazione con gli Istituti scolastici (in particolar modo quelli ubicati in contesti periferici/montani), con le associazioni sportive del distretto, con i servizi sanitari e sociali appartenenti alla rete in modo che, a loro volta, possano divenire promotori di cambiamento anche attraverso iniziative, eventi, spettacoli e laboratori per tutta la cittadinanza.
Più in generale voglio ricordare l’impegno e l’azione fondamentale da parte di tutto il personale del Centro Tina che mette in campo molti altri progetti formativi che affrontano in modo strutturale e critico la questione della violenza contro le donne, organizzando incontri di formazione rivolti a:
– Personale sanitario del pronto soccorso dell’Ospedale di Sassuolo e Baggiovara
– Polizia Locale
– Medici di medicina generale del Distretto
– Croce Rossa Italiana
– Insegnanti degli Istituti secondari di primo e secondo grado
– Istituti scolastici di primo e secondo grado
– Legali
– Associazioni
Iniziative pubbliche rivolte alla cittadinanza attraverso :
– organizzazione di iniziative pubbliche principalmente nel mese di novembre relative alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne “del 25 novembre in collaborazione con gli Istituti scolastici,
– Interventi ad eventi pubblici organizzati da Enti o Associazioni del territorio con la finalità di promuovere l’attività del Centro antiviolenza Distrettuale e sensibilizzare sulla tematica
Tra le azioni politiche, normative, educative e culturali che le istituzioni dovrebbero mettere in campo per fare in modo che la differenza di genere non sia solo tollerata o tutelata, ma riconosciuta come risorsa fondamentale della democrazia ve ne sono alcune di competenza anche dell’amministrazione comunale e sovra comunale a livello di distretto.
Oggi l’azione concreta che stiamo portando avanti è l’istituzione di un tavolo per le Pari Opportunità, con obiettivi specifici e azioni, infatti dalla primavera 2025 sono in atto incontri di confronto per la nascita di un tavolo permanente con le Istituzioni, le Associazioni, la Cittadinanza che ha per focus la gestione di azioni coordinate e continuative che abbiano come baricentro le Pari Opportunità, nella consapevolezza che il percorso da percorrere deve essere continuo e condiviso. Sono stati realizzati diversi incontri, che vedono la partecipazione del Centro distrettuale antiviolenza Tina e diverse associazioni del territorio operanti sul tema ( Evoè/Sted Manicure, Artemisia, Non è colpa mia, Oltre la Bolla). Gli incontri , in questo periodo, sono incentrati sull’organizzazione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Le attività del Tavolo per le pari opportunità e ogni altra occasione utile per promuovere una riflessione interna e pubblica per il contrasto agli stereotipi, la promozione del rispetto e della non prevaricazione sono una priorità nell’ambito delle attività mirate al raggiungimento delle Pari Opportunità.”