“A fronte delle roboanti dichiarazioni di questi
giorni - dichiara Massimo Becchi segretario di
Legambiente Emilia-Romagna - appare sempre più assurdo l’investimento che la Regione e una
società privata si apprestano a fare per
realizzare l’Autostrada Cispadana, che dal
casello dell’ A22 di Rolo-Reggiolo porterebbe
direttamente al mare, attraversando la bassa
modenese e il ferrarese”.
“Lo stesso Piano dei Trasporti della Regione ha individuato per quest’area un Sistema Cispadano, ovvero un’ arteria viaria, come già esiste nel reggiano, che con una corsia per senso di marcia, congiunga trasversalmente territori ora collegati solo alle rispettive città capoluogo di provincia,
togliendo il traffico di attraversamento dai
centri abitati (Novi, Mirandola, Finale Emilia,
Cento, ecc) e che fosse al servizio del
territorio. Ma proprio la mancanza di fondi ha
fatto optare per un’autostrada regionale.
Indubbiamente un affare (forse) per la società
costruttrice che dovrebbe rientrare della sua
quota di costi con i ricavi dei pedaggi, mentre
ai comuni attraversati porterà solo nuovo
inquinamento e ben pochi benefici, visto che la
maggior parte degli spostamenti dei cittadini è
piuttosto breve e i caselli autostradali ben pochi.
Non è un caso che lo stesso Piano dei Trasporti
(PRIT 98-2010) prevedesse infatti, fra le sue
diverse ipotesi, il completamento della Cispadana
allo standard IV CNR (una corsia per senso di
marcia), secondo il programma già avviato e
previsto dal PRIT 86, nella logica di
razionalizzare la rete viaria a servizio diretto del territorio interessato”.
“”Il Sistema Cispadano - conclude Becchi – era
pensato anche per una mobilità su ferro, con la
trans-cispadana ferroviaria, una concezione
quindi completamente diversa da quella che la
Regione si appresta a fare, rimarcando un
dualismo politico che incensa le politiche
ambientali ma è tutto improntato su nuove strade
ed infrastrutture per la gomma. In questo
contesto si è collocato l’incontro svolto poche
settimane fa con le strutture locali di
Legambiente e i con i comitati locali dei
territori modenesi e ferraresi investiti dal tracciato”.


