“Nel bilancio ARNI 2008 si prevede un movimento complessivo di 68.904.434 Euro. Oltre 130 miliardi di vecchie lire, che dovrebbero essere utilizzati per rivitalizzare il fiume Po, anche se temo, non verranno adeguatamente sfruttati.” – ad affermarlo è il Presidente del Gruppo regionale de il Popolo della Libertà-GDL, Fabio Filippi.
“In bilancio ARNI abbiamo i soliti 127.000 Euro – aggiunge Filippi – che rientrano nel capitolo di spesa “Organi istituzionali”, nel quale sono contenuti i compensi corrisposti ai membri del Collegio dei Revisori, della Commissione Amministrativa, le spese per missioni e le spese di rappresentanza. Una dirigenza ARNI che non se la passa poi male, 250 milioni di vecchie lire all’anno, per nove persone, quando noi da anni predichiamo che ne basterebbero un quarto. Fortunatamente per i contribuenti emiliano-romagnoli, dalla prossima gestione l’ARNI diminuirà i suoi consiglieri da 9 a 3 e questo grazie e soprattutto al contributo positivo dato in quest’aula dal nostro Gruppo e dal resto della minoranza”.
Una cospicua parte del bilancio, come sempre, è riservata al personale in servizio e in quiescenza, ben 3.161.500 Euro, oltre alle spese accessorie per il personale per ulteriori 106.000 Euro, mentre altri 9.000 Euro vengono utilizzati per la formazione.
418.000 Euro andranno per le spese generali per il funzionamento “Amministrazione dell’ARNI”, per il mantenimento dell’azienda, quali le spese d’ufficio, le spese per le utenze, le assicurazioni, gli oneri per imposte e tasse.
“Una cifra esorbitante – conclude il Consigliere – solo per tenere in piedi il baraccone ARNI: quasi 4.000.000 di Euro all’anno.
32.000 Euro sono poi dedicati alle consulenze esterne probabilmente per spese legali.
Al capitolo “Navigazione Interna e trasporto idroviario” comprese manutenzioni, pulizia idraulica e gestione porti fluviali, sono riservati solamente 342.000 Euro. Per il turismo fluviale 15.000 Euro.
La Regione, in questi anni, ha stanziato decine e decine di milioni di Euro, così anche nel 2008, per la realizzazione di numerosi progetti lungo la rete fluviale di 450 chilometri. Ma i risultati sono ancora molti blandi.
Il porto di Boretto è inattivo da quando è nato, è il classico esempio di cattedrale nel deserto, dopo decenni è ancora al palo. Le navi si incagliano ancora prima di arrivare.
I cantieri sono perennemente aperti, soldi sprecati, senza raggiungere obiettivi tangibili.
L’ARNI ha il dovere di garantirne la navigabilità del fiume, dovrebbe impegnarsi nel sviluppare il commercio fluviale, invece nell’ultimo decennio sembra essere semplicemente un erogatore di stipendi e di posti.
Andando avanti di questo passo, il Po diventa un fiumiciattolo e non ha nessuna speranza di diventare un’alternativa al trasporto commerciale su asfalto.
Sono anni che noi chiediamo una razionalizzazione e una ottimizzazione delle spese di funzionamento dell’amministrazione ARNI; perseguiamo con decisione l’obiettivo di ridurre i costi della rappresentanza, vogliamo liberare risorse da mettere a disposizione di iniziative più utili al cittadini, in poche parole vogliamo migliorare l’efficienza del sistema”.


