Conclusa la prima mobilitazione del personale delle farmacie private aderenti a Federfarma. A Reggio Emilia parliamo di 70 farmacie associate con circa 800 dipendenti in servizio.
Per due ore, proprio dinanzi la sede della Federazione, i professionisti in camice bianco hanno informato i reggiani su quanto sta accadendo: il contratto è scaduto ormai un anno fa, Federfarma rifiuta la richiesta sindacale di un aumento di 360 euro lordi da spalmare nel triennio di applicazione contrattuale.
“Che valore dareste al vostro farmacista di fiducia, il professionista che vi aiuta a prenotare esami e visite, che vi consiglia e vi permette di trovare un vero e proprio servizio pubblico essenziale, anche e soprattutto se abitate in zone periferiche? Mentre ci pensate, vi spieghiamo quanto vale per Federfarma il lavoro dei dipendenti delle farmacie private: 120 euro da dividere in tre anni. Vergogna”.
E’ dura la presa di posizione di Simone Zannoni (Fisascat Cisl Emilia Centrale), Monis Sassi (Filcams Cgil Reggio Emilia) e di Eleonora Tatulli (Uiltucs Modena-Reggio Emilia).
Oggi dai reggiani è arrivato il pieno sostegno alla causa dei lavoratori mobilitati: tanti cittadini si sono fermati a parlare con i farmacisti, molti hanno suonato ripetutamente i clacson in segno di solidarietà, passando in auto da via Piccard.
Cosa accadrà ora? Senza il riconoscimento della dignità del lavoro da parte di Federfarma, la mobilitazione è destinata a trasformarsi, in tutto il Paese, in scioperi e in una robusta campagna informativa rivolta ai cittadini.