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Aloka Fernando dallo Sri Lanka a Modena per continuare a vivere

Forse alcuni ricorderanno la vicenda di Aloka Fernando, il bimbo cingalese che nel 2001 giunse dallo Sri Lanka a Modena col fegato distrutto e con poche probabilità di sopravvivenza. “Era affetto – spiega la professoressa Fiorella Balli, direttore della Struttura Complessa di Pediatria del Policlinico – da una grave malattia che, se non operata, porta normalmente la morte in pochi mesi”.

“Ebbene, Aloka giunse a Modena, grazie anche all’interessamento della comunità cingalese locale, che di mesi ne aveva 12, dimostrando una tempra e una voglia di vivere che già di per sé è commovente”.

Iniziò così una corsa disperata contro il tempo per permettere al bimbo di ricevere il trapianto di fegato e per reperire i fondi necessari al mantenimento in Italia durante il decorso post-operatorio e per i farmaci anti-rigetto che il suo Paese non poteva fornirgli e che costano moltissimo.
A questo proposito venne interessata l’associazione “Amici del Fegato-ONLUS” di cui è responsabile scientifico il dottor Stefano Bellentani, del Centro Studi Nutrizione e Fegato dell’Azienda USL e si lanciò la campagna nazionale denominata “Un fegato per Fernando” che ebbe grande seguito.

Il trapianto venne così eseguito dall’equipe del Professor Gridelli, dell’Ospedale di Bergamo mentre il decorso venne seguito dalla Pediatria dell’ospedale modenese, dove restò ricoverato per un paio di mesi.

“Una volta dimesso – ha continuato la professoressa Fiorella Balli – Aloka restò a Modena per un anno, grazie ai fondi raccolti dalla campagna nazionale, per sottoporsi alle cure e ai controlli continui resi necessari dal tipo di intervento subito”.

Rientrato a casa, il bimbo, che ormai ha sette anni, torna periodicamente a Modena per i controlli. “Aloka è ritornato in Italia sabato 25 agosto scorso da Negombo, per sottoporsi al solito controllo annuale – ha spiegato la professoressa Fiorella Balli – e ripartirà il 2 settembre. Le sue condizioni sono buone e non sembra esservi rigetto. Aloka è un bimbo sano e vispo e la sua voglia di vita ha trionfato. Ovviamente è un paziente particolare, per certi versi un miracolato, che dovrà prendere farmaci per il resto della sua vita, medicinali che tutt’ora vengono acquistati grazie alla generosità dei tanti che hanno aderito alla campagna ‘Un fegato per Fernando’, almeno finché il bambino non sarà economicamente autosufficiente”.

















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