sabato, 27 Dicembre 2025
8.1 C
Comune di Sassuolo
HomeCronacaEsecuzione di misure cautelari personali in carcere per numerosi indagati per associazione...





Esecuzione di misure cautelari personali in carcere per numerosi indagati per associazione terroristica e finanziamento al terrorismo internazionale. Un arresto a Sassuolo

Colpita dall’antiterrorismo una rete di persone e associazioni con base a Genova che raccoglievano fondi per finanziare Hamas. Tra loro risultano anche membri di spicco dell’organizzazione all’estero. Digos e Guardia di Finanza, in applicazione di un’ordinanza del Gip, su richiesta del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e del procuratore di Genova Nicola Placente, hanno arrestato nove persone nell’ambito di un’indagine avviata dopo gli attentati del 7 ottobre 2023 in Israele. Colpite anche tre associazioni e sequestrati oltre otto milioni di euro. Le indagini sono state sviluppate a partire da segnalazioni di operazioni finanziarie sospette e in collaborazione anche con le, m autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi europei, col supporto anche delle autorità israeliane.

Il finanziamento ad Hamas, secondo gli inquirenti, avveniva attraverso le associazioni Abspp (associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese) e Abspp odv, entrambe con sede a Genova, e l’associazione La Cupola D’Oro, con sede a Milano. Ai nove arrestati, e portati in carcere, vengono addebitate in particolare operazioni di finanziamento con contributi rilevanti, per un ammontare di circa sette milioni di euro, finalizzati a sostenere le attività di Hamas, sottraendo risorse al sostegno della popolazione civile di Gaza. Il finanziamento, spiegano la Procura e la Dna, avveniva con bonifici bancari, conti correnti postali e operazioni di triangolazione anche per tramite di associazioni con sede all’estero. I fondi arrivavano a realtà con sede a Gaza, dichiarate illegali dallo Stato di Israele perchè legate o controllate da Hamas, anche attraverso la sua ala militare. In alternativa, i soldi venivano destinati direttamente a favore di esponenti dell’organizzazione, tra cui l’ex ministro Osama Alisawi, anche lui tra gli indagati.

Le risorse venivano utilizzate anche per il sostegno ai familiari di persone coinvolti in attentati o di detenuti. Tra gli indagati figura in particolare Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, legale rappresentante dell’associazione Abspp, considerato un componente di vertice di Hamas insieme ad Alisawi, che avrebbe destinato all’organizzazione ingenti somme di denaro (oltre sette milioni di euro dopo il 2023) sottraendole alla finalità di sostegno alla popolazione civile di Gaza.

Tra gli arrestati ci sono altre quattro persone considerate membri del comparto estero di Hamas (Raed Hussny Mousa Dawoud, Raed Al Salahat, Yaser Elasaly e Albustanji Riyad Abdelrahim Jaber), a cui si aggiungono tre sostenitori e finanziatori esterni all’organizzazione (Abu Rawwa (arrestato a Sassuolo), Abu Deiah Khalil e Saleh Mohammed Ismail Abdu). L’indagine, spiegano la Procura e la Dna, “ha permesso di accertare che Hamas si è dotata di un comparto estero e di articolazioni periferiche che operano con lo specifico scopo di promuovere l’immagine dell’organizzazione e soprattutto di contribuire al suo finanziamento, che è condizione essenziale perchè possa esistere, svilupparsi e cercare di raggiungere i propri scopi”. In particolare, l’associazione Abspp di Genova “può ritenersi una di tali articolazioni operante in Italia e partecipe, con altre simili associazioni, di un network europeo che opera coordinandosi con la struttura decisionale dell’organizzazione madre”. Insieme alle realtà italiane, sarebbero coinvolte anche quelle in Olanda, Francia, Austria e Inghilterra. In poche parole, afferma la Procura, “non si è trattato di elargizioni aventi unicamente scopo caritatevole e umanitario”.

Secondo l’accusa, gli indagati erano “consapevolmente responsabili di aver sottratto capitali alle finalità assistenzialistiche” della popolazione civile di Gaza, in favore invece di un “finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica e delle sue attività criminose”. Durante le indagini, grazie alle intercettazioni, sono emersi anche aperti riferimenti “alla jihad e ai relativi ruoli e compiti degli indagati”, insieme a “espressioni di apprezzamento sugli attentati terroristici”. E’ stato trovato anche un documento interno ad Hamas che illustra nel dettaglio le attività finalizzate a “conquistare il cuore e convertire le persone, ottenere sostegno e reclutare nuovi attivisti del movimento”, il tutto “grazie al contributo delle associazioni di beneficenza di Hamas”. Di uno degli indagati è stata anche trovata una foto in cui appare con divisa mimetica, lanciarazzi e con i simboli delle Brigate Al Qassam, circondato da altre persone appartenenti all’ala militare di Hamas. “Come ovvio- precisano la Procura e la Dna- le indagini e i fatti emersi non possono in alcun modo togliere rilievo ai crimini commessi ai danni della popolazione palestinese successivamente al 7 ottobre 2023 nel corso delle operazioni militari intraprese dal Governo di Israele, per i quali si attende il giudizio da parte della Corte penale internazionale”. Allo stesso tempo, aggiungono, “tali crimini non possono giustificare gli atti di terrorismo compiuti da Hamas, compresi quelli del 7 ottobre 2023”.

– Agenzia Dire

















Ultime notizie