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Bilancio, rinnovata l’intesa tra Comune di Modena, Parti sociali e Terzo settore

Rafforzare la coesione sociale e le politiche abitative, sostenere il tessuto economico locale, la qualità dei servizi e garantire una gestione equilibrata della movida che tenga insieme l’attrattività del centro storico e la sostenibilità economica per le imprese con la qualità della vita dei residenti. Sono questi alcuni degli obiettivi del nuovo Protocollo d’intesa firmato, giovedì 18 dicembre, dall’Amministrazione comunale e dalle rappresentanze sindacali, datoriali, di categoria e delle associazioni di volontariato e Terzo settore.

“Rinnovare l’intesa con i sindacati confederali, le associazioni datoriali e di categoria e il terzo settore è un fatto di grande importanza per chi, come questa giunta e il sottoscritto, crede nell’importanza fondamentale del ruolo dei corpi intermedi nel sistema della rappresentanza democratica – commenta il sindaco Massimo Mezzetti – Ci presentiamo alla discussione e al voto del Bilancio avendo condiviso le sue linee con gli stakeholder della città e avendo impostato il lavoro di confronto in itinere sui vari tavoli che ci vedranno impegnati nel corso del 2026. Significa che le scelte di questa amministrazione non sono calate dall’alto ma vengono discusse e confrontate. Lo ritengo un messaggio molto importante per la città e il suo tessuto sociale e produttivo nell’indirizzo di coltivare il valore della coesione sociale, pilastro dello sviluppo e della crescita della nostra comunità”.

L’accordo siglato ieri nella sala di rappresentanza del Comune rinnova e aggiorna l’intesa già avviata nel 2025, rafforzando la concertazione come metodo strutturale di lettura condivisa dei bisogni e di orientamento delle politiche pubbliche, in un contesto particolarmente complesso come quello attuale.

Se a livello nazionale la crescita rimane debole, a livello locale si registrano infatti segnali di stagnazione dell’economia, difficoltà nei principali comparti produttivi, un indebolimento del mercato del lavoro e una perdita significativa del potere d’acquisto delle famiglie. A questo quadro si affiancano fenomeni di crescente precarizzazione del lavoro, in particolare nel terziario e nella logistica, e persistenti disuguaglianze retributive di genere. Elementi a cui si sommano dinamiche demografiche sfavorevoli, una crisi abitativa sempre più evidente e la progressiva riduzione delle risorse statali trasferite agli enti locali, che limita la capacità dei Comuni di programmare e investire: 460 milioni in meno nel 2026 e oltre 2 miliardi entro il 2029.

In questo scenario, il documento siglato riconosce come elemento decisivo il capitale sociale della città, costruito nel tempo grazie a politiche pubbliche solide e prossimità amministrativa, considerato una risorsa fondamentale per affrontare fragilità economiche e sociali sempre più profonde. Se il Bilancio di previsione definisce numeri e priorità, infatti, il Protocollo definisce il metodo: lettura condivisa dei bisogni, orientamento comune delle strategie e un approccio condiviso alla soluzione dei problemi.

Partendo dall’attuazione degli impegni assunti nel 2025 e dai risultati conseguiti, le parti hanno così definito nuovi obiettivi e impegni comuni per il 2026. Innanzitutto, quello di sostenere il commercio e le attività di vicinato, oggi particolarmente esposte alla fragilità economica e ai fenomeni di desertificazione urbana. L’obiettivo è valutare strumenti fiscali e incentivi in grado di favorire il riutilizzo dei locali sfitti, il rientro delle attività nei quartieri e l’innovazione commerciale, anche in coordinamento con le politiche dell’Hub urbano, rafforzando così la vitalità economica e sociale dei contesti urbani.

Un altro tema centrale riguarda il rafforzamento della capacità di riscossione e della sostenibilità finanziaria dell’ente, considerata una leva strategica per aumentare le risorse disponibili da destinare a welfare, politiche per la casa e qualità urbana, garantendo al contempo maggiore equità tra i contribuenti e una più solida tenuta dei bilanci futuri. In particolare, per quanto riguarda le politiche per la casa, è confermato l’impegno al contrasto all’illegalità e agli abusi nel mercato delle locazioni, con la previsione di un rafforzamento delle attività di controllo e di vigilanza a tutela della correttezza del mercato e del diritto all’abitare. Mentre sul fronte urbanistico è stato definito l’avvio di un tavolo di monitoraggio e aggiornamenti del Pug e Regolamento edilizio anche in relazione alle manifestazioni d’interesse legate all’Avviso pubblico.

In parallelo, il Protocollo ribadisce la centralità dei servizi educativi e sociali come patrimonio pubblico della comunità e prevede un confronto strutturato per potenziarne la gestione garantendo la qualità dell’offerta per i cittadini e del lavoro per gli operatori, oltre al rafforzamento delle risposte ai bisogni delle famiglie, con particolare attenzione all’assistenza agli anziani e ai caregiver.

Un focus specifico viene dedicato anche alle trasformazioni del centro storico e alla gestione della vita urbana serale e notturna. Le parti concordano sulla necessità di costruire un “Protocollo per una città viva e responsabile”, capace di tenere insieme sicurezza, qualità della vita dei residenti, attrattività e sostenibilità economica, attraverso regole chiare, un confronto stabile con gli operatori e azioni integrate di presidio e riqualificazione degli spazi, con il coinvolgimento dell’Hub Urbano e l’istituzione di un tavolo permanente di monitoraggio.

Il Protocollo 2026 estende inoltre il confronto a nuovi ambiti strategici, tra cui il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria, la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, il sostegno alle trasformazioni economiche e alla tenuta occupazionale, nonché la promozione della legalità e della qualità del lavoro negli appalti pubblici. In questo quadro, viene valorizzato il coinvolgimento dei soggetti istituzionali, sociali e della conoscenza per accompagnare i cambiamenti in atto e qualificare le politiche locali.

Infine, il Patto per il 2026 si propone di sostenere la sicurezza, l’innovazione e la riqualificazione del tessuto economico, attraverso il rafforzamento e la stabilizzazione di strumenti a supporto degli esercizi commerciali, delle nuove imprese e dell’imprenditoria giovanile, incentivando interventi di riqualificazione dei locali e di efficientamento energetico e monitorando le principali aree produttive strategiche. Un’attenzione specifica è rivolta al mondo dell’artigianato, riconosciuto come componente fondativa dell’economia modenese e presidio di vitalità urbana. L’obiettivo condiviso è offrire alle imprese un quadro di interventi programmato e stabile, che consenta di affrontare un contesto economico complesso con maggiori certezze.

Il Protocollo avrà validità per tutto il 2026 e prevede un confronto continuativo tra il Comune, le rappresentanze sindacali, datoriali, di categoria e delle associazioni di volontariato e Terzo settore, attraverso tavoli tematici dedicati e la possibilità di aggiornamenti in relazione all’evoluzione delle condizioni economiche e sociali e agli esiti del lavoro comune.

















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