Nelle scorse ore, come noto, è stata ufficializzata la nomina del Sindaco di Castelnovo Monti e Presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino reggiano, Emanuele Ferrari, alla presidenza dell’Uncem Emilia-Romagna. L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani è l’organizzazione che rappresenta tutti gli enti montani ed opera per promuovere il loro sviluppo e la valorizzazione, sostenere gli enti locali e rappresentare i loro interessi nei rapporti con istituzioni nazionali ed europee.
Sulla nomina commenta Emanuele Ferrari: “L’elezione alla Presidenza regionale dell’Uncem non ha un carattere personale, ma ritengo sia il riconoscimento a un territorio, l’Appennino reggiano, che da anni lavora in una dimensione strategica e costruttiva per creare le condizioni in grado di aiutare a superare le difficoltà, spesso trasformandole anche in nuove opportunità e nuove visioni. Questo è testimoniato da tutto quello che è stato fatto dal 2014 ad esempio con la Strategia nazionale aree interne (Snai), ed ora con la nuova Strategia territoriale aree montane interne della Regione (Stami). Percorsi di grande importanza, che ci hanno visto tra i territori Snai che più di tutti sono riusciti a trasformare i finanziamenti ricevuti in azioni concrete, e che derivano dalle capacità del territorio, dei suoi amministratori, della sua comunità politica alla quale mi sento di appartenere, di essere sempre in dialogo tra loro e con le altre Istituzioni: prima di tutto con la Regione Emilia-Romagna, dall’assessorato alla Montagna di Barbara Lori, fino a quello di oggi di Davide Baruffi, che ha come delega anche quella fondamentale del Riordino in stretto rapporto con l’Uncem nazionale. Con il presidente nazionale Uncem Marco Bussone c’è sempre stata una continuità e vicinanza di valori e progettazioni: in questi anni la nostra area interna è davvero diventata un piccolo modello anche per altri contesti nazionali, lo testimonia anche la Green Community che ci ha visto nel ruolo di area pilota tra quelle individuate in tutta Italia, e quindi credo che essere alla guida dell’Uncem regionale mi responsabilizzi, ma mi fa anche essere molto fiducioso per il futuro. Penso di poterlo essere per due ragioni: per il percorso che è stato fatto e per le alleanze importanti che sono state costruite, e anche per il gruppo di sindaci che ha accettato di entrare in giunta o di confermare la loro presenza nella giunta dell’Uncem, perché li ho trovati, oltre che competenti e appassionati, molto motivati a costruire insieme un’alleanza territoriale forte, su base regionale ma anche guardando al nazionale, così da lavorare insieme su tutto quello che significa il costruire politiche per la montagna e per gli enti montani. Ritengo che siano sostanzialmente due gli assi fondamentali di lavoro nei prossimi anni, come hanno già ben detto Davide Baruffi e Marco Bussone nel Congresso regionale: il piano di riordino, quindi il dialogo che si costruirà sull’importanza dell’aspetto strategico delle Unioni montane, dei Comuni di montagna per quel che riguarda il nuovo assetto della Regione (anche in base a quelle che possono essere le dotazioni di finanziamenti che sono sempre fondamentali). Poi c’è questa legge per la montagna nazionale che appare basata solo su criteri geografici o altimetrici, e che se rimane così com’è rischia di dividere più che unire. Su questo dobbiamo dare il nostro contributo costruttivo ma anche di incontro e confronto per migliorarla, per superarne i limiti oggettivi. Tra il riordino e la legge per montagna è vitale riuscire a dare ai nostri territori una chiave di sviluppo in un’ottica di sostenibilità: per fare questo credo che la cosa da cui si debba partire sia la prevenzione e gestione del dissesto idrogeologico, la manutenzione del territorio che deve poter diventare programmata e non più legata solo alle catastrofi o gli eventi meteorologici estremi che abbiamo dovuto affrontare in questi in questi ultimi anni. Proprio a partire dalla tutela e dalla messa in sicurezza del nostro territorio, possiamo costruire anche un percorso di promozione, di attrattività e soprattutto dare l’opportunità concreta di scegliere di vivere in montagna, sulla base di certezze per costruire il futuro delle nuove generazioni”.


