Sarà inaugurato domani venerdì 13 giugno alle 18 alla presenza dell’assessora al Welfare Matilde Madrid il Laboratorio ginecologico popolare gestito da Laboratorio Salute Popolare in via Casarini 40, cuore del Giardino delle Popolarissime, il progetto promosso dal Comune di Bologna di riqualificazione urbana e sociale che ha coinvolto l’area delle nel Quadrilatero Scalo-Malvasia.
L’apertura arriva al termine di un percorso di progettazione partito alcuni mesi fa a seguito dell’assegnazione di un locale Acer da parte della Fondazione IU Rusconi Ghigi, mediante un avviso a evidenza pubblica.
“La salute ginecologica e riproduttiva – dichiara l’assessora Matilde Madrid – è un diritto e una battaglia politica, soprattutto in questo momento. Questo spazio nasce dal basso, con pratiche di ascolto, di attivismo e autodeterminazione, di coinvolgimento della comunità professionale. Come Comune vogliamo sostenere le esperienze municipaliste come questa, che contribuiscono a rendere la promozione della salute e la cura un fatto collettivo e accessibile”.
“Nel corso dell’ultimo anno e mezzo abbiamo fatto un’indagine dal basso dei bisogni di salute sessuale e riproduttiva attraverso accoglienza, ascolto e consulenze ginecologiche integrate dalla presenza di un gruppo multidisciplinare di attivisti e attiviste socio-sanitarie: medici/che di base, infermieri/e, psicologi/ghe – spiega Laboratorio salute popolare –. Tutti insieme promuoviamo un approccio basato sull’ascolto attivo e sulla partecipazione della persona al suo percorso di cura, orientato a educare alla sessualità, all’affettività e al consenso, per fornire risposte concrete a chi resta escluso dai servizi territoriali e per avvalerci di strumenti reali contro la violenza di genere e l’omolesbobitransfobia”.
L’idea di un Laboratorio ginecologico popolare nasce dalla volontà di creare uno spazio sicuro, accogliente, accessibile e inclusivo, capace di promuovere la salute di prossimità e il welfare di comunità e di fornire risposte concrete a chi resta escluso dai servizi territoriali. Lo spazio è stato ideato per rispondere ai bisogni delle fasce più fragili della popolazione locale, con particolare attenzione alle persone con bisogni di salute sessuale e riproduttiva (donne e persone con capacità gestante, giovani cosiddetti NEET “Not in Education, Employment or Training”, persone con background migratorio) offrendo loro opportunità concrete di ascolto, supporto, inclusione, orientamento, empowerment.
Il progetto Agende Trasformative Urbane per lo Sviluppo Sostenibile (ATUSS) – Giardino della Resilienza è finanziato attraverso i fondi PR FSE+ Emilia-Romagna 2021-2027, Priorità 3 Inclusione sociale, Obiettivo specifico 4.11. Frutto di un’attività di riqualificazione promossa dal Comune di Bologna in collaborazione con Acer, Quartiere Porto-Saragozza e Fondazione IU Rusconi Ghigi, il progetto si concentra sulla promozione di percorsi formativi, di produzione culturale e di inclusione sociale attraverso interventi integrati di welfare abitativo, culturale e di comunità.