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Violenze senza fine nella casa circondariale di Modena: aggredito agente

Sappe: “Per lui non c’è la solidarietà di ministri e istituzioni. Polizia penitenziaria figlia di un Dio minore”

Ancora disordini presso la casa circondariale di Modena, che torna al centro delle cronache per le violenze consumate verso appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio. Come riferiscono Gennaro Caruso e Francesco Campobasso, segretari per l’Emilia-Romagna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “nella serata di ieri, presso il Reparto Accoglienza, un detenuto extracomunitario ha protestato in maniera veemente volendo assumere una terapia maggiore rispetto a quella prevista. Dopo aver inveito contro l’infermiera, si è scagliato contro il poliziotto in servizio di vigilanza, colpendolo al volto tanto da rendere necessario il suo invio al locale Pronto soccorso per le cure del caso”. 

Per i sindacalisti del SAPPE, “la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario italiano. Un’aggressione ad un servitore dello Stato è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli!”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia, ironico e tagliente, che “purtroppo per lui, il collega aggredito e ferito appartiene al Corpo di Polizia Penitenziaria e quindi si dovrà “accontentare” della solidarietà e vicinanza del SAPPE. Per lui, infatti, come è successo per la quasi totalità dei Baschi Azzurri vittime nel 2023 di 1.760 casi di violenza da parte di detenuti e dei 1.700 aggrediti in questi mesi del 2024, immagino che non ci saranno attestazioni di vicinanza e solidarietà da parte dei presidenti di Camera e Senato Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, dei Ministri di Difesa e Interno Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, di sindaci e presidenti di regione, di parlamentari e politici vari,  come avvenuto recentemente in un analogo caso di aggressione ad un milite dell’Arma a Locorotondo.

Ma neppure da parte del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, del vice Ministro Francesco Paolo Sisto, dei Sottosegretari di Stato delegati Andrea Delmastro Delle Vedove e Andrea Ostellari, dei Capi Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e Giustizia minorile Giovanni Russo e Antonio Sangermano, di Provveditori regionali, di Prefetti e persino del loro stesso Direttore del carcere. Tutto ciò è non solo vero ma mortificante e testimonia quel che diciamo da anni: oramai delle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria non interessa a nessuno e questi gravi e inaccettabili episodi criminali sono, per qualcuno, mera statistica…”.

















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