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Regione, la presidente facente funzioni Irene Priolo indica le priorità da oggi a fine mandato

“La Giunta regionale non si ferma, lavoreremo fino all’ultimo giorno per rispettare gli impegni verso i cittadini, a beneficio di famiglie, imprese e comunità”

La messa a bando di tutti i fondi FSC (Fondo per lo Sviluppo e Coesione), pari a quasi 500 milioni di euro; portare avanti la riforma dell’emergenza e urgenza con l’apertura di nuovi CAU e l’attivazione del numero unico per le prese in carico di urgenze a bassa complessità; il perfezionamento del rinnovato sistema di accreditamento delle strutture sociosanitarie e del nuovo meccanismo che fissa tariffe e costi. E il capitolo post alluvione, con, da un lato il confronto col Governo per ottenere i rimborsi al 100% per famiglie e imprese e, dall’altro, l’attività quotidiana con la Struttura commissariale per la messa a terra dei Piani speciali per la ricostruzione.

Sono le priorità da qui a fine mandato, messe in fila da presidente facente funzioni della Regione, Irene Priolo, dopo le dimissioni di Stefano Bonaccini in seguito all’elezione al Parlamento Europeo. “Il lavoro della giunta e delle strutture regionali non si ferma, tutt’altro- assicura la presidente-. E’ stato lo stesso Bonaccini a chiederci di proseguire con quanto impostato in questi quattro anni e mezzo ed è un impegno che intendiamo onorare fino all’ultimo giorno, garantendo continuità a beneficio di cittadini, imprese, comunità. Ci sono riforme importantissime, come quella sull’emergenza urgenza, che stanno dando ottimi risultati e vanno accompagnate al loro completamento, confermando la caratteristica di una regione all’avanguardia in Italia, come dimostra l’apprezzamento verso i Cau espresso dalla stessa Agenas, l’Agenza governativa per i servizi sanitari regionali”.

Priolo ribadisce anche che non ci saranno rallentamenti nei bandi per i fondi europei: “Ne sono già previsti per quasi 500 milioni di euro, fondi a disposizione dei Comuni e degli enti locali, un’importante iniezione di investimenti per l’intero sistema regionale, per una crescita sostenibile e buona occupazione. Così come prosegue la procedura di accreditamento per le strutture sociosanitarie che prevede modifiche strutturali condivise con le realtà del settore e i sindacati: parliamo della cura e dell’assistenza delle persone più fragili e degli anziani, e quindi di attività fondamentali”. Infine, l’alluvione: “Il nostro impegno per ottenere rimborsi al 100% per imprese e famiglie non calerà di un millimetro, torneremo a far sentire la nostra voce col Governo affinché quella promessa venga onorata. Così come, in stretta collaborazione con il Commissario Figliuolo stiamo lavorando per mettere a terra i piani speciali della ricostruzione, decisivi per la messa in sicurezza del territorio, d’accordo con i comuni e le realtà istituzionali locali”. Nelle prossime settimane è previsto un incontro proprio con il commissario alla ricostruzione per fare il punto sulla situazione.

Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027
La dotazione assegnata all’Emilia-Romagna ammonta a 588 milioni di euro. L’Accordo per la coesione che ne dettaglia e pianifica l’utilizzo è stato sottoscritto con la Presidenza del Consiglio dei ministri il 17 gennaio 2024 alla presenza della premier Meloni. Di questi, 107,7 sono già stati assegnati a titolo di anticipazione a fine 2021 e destinati al finanziamento di interventi per l’ammodernamento della rete ferroviaria regionale, la manutenzione della rete stradale provinciale e il contrasto al dissesto idrogeologico. Queste risorse, attraverso il meccanismo del cofinanziamento, hanno già attivato investimenti complessivi pari a oltre 195 milioni

I restanti 480,6 milioni di euro sono destinati a interventi sul fronte del contrasto e della prevenzione del dissesto idrogeologico, per il potenziamento delle infrastrutture viarie, il rafforzamento dell’edilizia universitaria, la realizzazione di spazi per la formazione terziaria, la qualificazione degli impianti sportivi, la rigenerazione urbana, lo sviluppo sostenibile delle città e delle aree montane e interne.

Sanità: Cau e riforma emergenza urgenza
Altro tema prioritario del lavoro della Giunta dei prossimi mesi sarà quello della riorganizzazione dell’emergenza urgenza: la riforma, che ha già portato importanti risultati, prosegue da un lato con il rafforzamento capillare dei Centri di assistenza urgenza sul territorio (oggi sono già 42 i Cau e saliranno a 50 entro il 2024), dall’altro con l’attivazione da fine anno del 116117, il numero unico europeo che prenderà in carico il cittadino con urgenze a bassa complessità per indirizzarlo direttamente ai Cau.

Da gennaio a maggio 2024, secondo i dati elaborati dalla Regione per valutare l’andamento dell’attività dei Cau, i 42 Centri di assistenza urgenza attivi hanno ridotto la pressione degli accessi in Pronto soccorso del 15,5% per i codici bianchi e del 9% per i codici verdi. Per il 2024 si prevedono 400mila accessi ai Cau, su un totale di 1,8/2 milioni al Pronto soccorso + Cau.

Positiva la valutazione che fino ad ora hanno dato i cittadini sui Cau: per l’83% l’esperienza è positiva o molto positiva, sia in termini di accoglienza, sia di cura. I dati emergono dal  questionario che la Regione ha proposto in collaborazione con le Aziende sanitarie a partire dal 29 gennaio, già 4.400 i questionari compilati su base volontaria e anonima. L’83,5% ritiene che il tempo di attesa, che sono mediamente pari a 45 minuti, sia stato “adeguato” o “ottimale”.

Accreditamento welfare
Entro il 31 dicembre si concluderà la procedura degli accrediti delle strutture sociosanitarie della Regione.
L’obiettivo è aggiornare la risposta ai nuovi bisogni di sostegno, cura e assistenza delle persone, a fronte dei cambiamenti della struttura sociale, in particolare legati all’invecchiamento e alla composizione dei nuclei famigliari. Un maggiore sostegno di politiche per la prossimità e alla domiciliarità, qualificando il lavoro degli operatori e rafforzando i rapporti numerici tra operatori e assistiti.
Il nuovo sistema tiene conto dei costi aggiuntivi cui sono soggetti i gestori. Per venire incontro agli aumenti delle rette, la Regione, d’accordo con i sindacati, ha stanziato 10 milioni di euro aggiuntivi sul Fondo sociale regionale che saranno trasferiti ai comuni per sostenere le famiglie con redditi bassi e medio bassi nel pagamento delle rette. Inoltre, da gennaio, verrà introdotto l’Isee nel calcolo delle rette a carico degli utenti.

















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