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280 euro in busta, 35 ore e riportare i giovani in tuta blu. Così il metalmeccanico può crescere ancora

Prima uscita del nuovo leader di Fim Cisl Emilia Centrale, Alessandro Bonfatti

“Se dici metalmeccanico a Reggio e Modena parli dell’anima di questa terra. Quindi giù il cappello e zero propaganda: questo è un settore che ci ha resi grandi, ora dobbiamo dargli altri trent’anni di crescita unendo chi lavora e chi dà lavoro, riportando i giovani nelle fabbriche con investimenti su nuove tecnologie, formazione e la possibilità di tenere insieme il posto che paga lo stipendio con la vita privata”.
E’ schietta la prima dichiarazione da numero uno della Fim Cisl Emilia Centrale di Alessandro Bonfatti, 54 anni, gli ultimi venti dedicati alle tute blu, per rappresentare le quali ha lasciato Maserati entrando nel sindacato che, nel suo logo, ha la margherita col petalo verde che spicca il volo, icona della battaglia storica per le 35 ore.

 

Bonfatti è stato eletto segretario generale il 26 febbraio e con lui la nuova segreteria, composta dall’aggiunto Alessandro Gamba e da Mario Olivito.
Un team che parte dalla cifra record di quasi 5.660 iscritti e raccoglie il testimone da Giorgio Uriti, il segretario dello storico accordo in Ferrari che lo scorso novembre ha reso, per la prima volta nell’automotive italiano, i lavoratori azionisti dell’azienda.
Ad accompagnare il consiglio generale riunito ad Arceto erano presenti i leader della Fim nazionale (Roberto Benaglia), regionale (Roberta Castronuovo) e la segretaria di Cisl Emilia Centrale Rosamaria Papaleo.

L’AGENDA DEL CAMBIAMENTO
In cima all’agenda Fim c’è la necessità di puntare tanto su tecnologia e automazione, da un lato, e di tornare a reperire le giovani figure professionali e tecniche di cui c’è un gran bisogno per governare il cambiamento, anche e soprattutto nelle piccole e medie imprese. Per i giovani la parola chiave sarà formazione. Costante e necessaria per stare sempre un passo avanti.

 

280 EURO DI AUMENTO E 35 ORE
Ed è anche per loro che Fim, insieme alle altre organizzazioni, ha messo nero su bianco le basi del nuovo contratto 2024-2027 che ha tre pilastri molto evidenti.
Un salario più robusto, capace di resistere all’erosione del caro vita da inflazione, con un aumento richiesto di 280 euro sul trattamento economico minimo nell’arco del triennio. Si parte da qui, ora inizia il confronto con le parti datoriali. Migliorare la sicurezza sul lavoro, con il maggior ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. E, infine, il ritorno in grande stile della battaglia per le 35 ore, fondamentale per rendere bilanciato il rapporto tra lavoro e vita privata.

REGGIO E MODENA ICONE PER IL CAMBIAMENTO DEL SETTORE
“E’ una sfida per Fim e per vincerla serve una grande intesa con le parti datoriali, che passi per la riorganizzazione del ciclo produttivo, supportato dalla crescita dell’automazione che a sua volta sviluppa un indotto notevole – osserva Bonfatti –. In questo senso, l’esperienza delle aziende modenesi e reggiane, dal meccanico ceramico all’automotive e all’automazione in generale, può e deve essere un esempio per il resto del Paese”.

 
















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