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Ausl, Fp Cgil Modena: serve un piano di interventi per la sicurezza di ospedali e ambulatori e risposte dall’azienda

Dopo i fatti che hanno interessato il servizio di Diagnosi e Cura psichiatrica all’ospedale di Baggiovara (dove un paziente ha distrutto un reparto, al punto dal renderlo inagibile), il sindacato Fp Cgil di Modena rinnova la sua preoccupazione rispetto al tema della sicurezza in ospedali e ambulatori.

“E’ passata quasi una settimana dalla chiusura del Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (Spdc) durante la quale abbiamo seguito, tramite i lavoratori, l’evolversi della situazione, dall’evacuazione del reparto, al trasferimento dei pazienti – dichiara Giulia Casamassima responsabile Sanità Fp Cgil Modena – e nelle prossime settimane il nostro impegno sarà volto a verificare le condizioni di riapertura del reparto, in attesa dei lavori di ripristino.”

“Abbiamo scritto una lettera di solidarietà a tutti i lavoratori coinvolti, che in ogni occasione dimostrano di essere grandi professionisti e i nostri delegati sono quotidianamente impegnati nel dare loro supporto ascoltando le loro voci”.

I lavori di ristrutturazione non sono mai avvenuti in quel reparto, nonostante ci sia un progetto pronto da anni, che non ha ancora visto la luce e che prevede la messa in sicurezza della guardiola e di altri spazi all’interno.

“Probabilmente se il progetto non fosse stato dimenticato in un cassetto – incalza Casamassima – l’evento poteva essere contenuto diversamente”.

Purtroppo quella dei locali del reparto di Baggiovara non è l’unico luogo dell’Azienda Usl di Modena ad aver bisogno di una ristrutturazione, ma sono innumerevoli i lavori necessari sul territorio della nostra provincia.

“Occorre anche fare una riflessione sul servizio e avviare una seria fase di ascolto dei lavoratori coinvolti per accertare le dinamiche che hanno portato ad un simile accadimento – spiega la sindacalista – occorre capire come non incorrere in altri episodi simili e specifiare la giusta utilità del reparto che dovrebbe accogliere malati e non essere un luogo di contenimento sociale. Questi sono i quesiti che porremo all’azienda – conclude Casamassima – per capire anche come ripartire quando i lavori di ripristino saranno terninati”.

 
















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