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I Carabinieri restituiscono preziose lesene in marmo alla Certosa di Bologna

Stamane, all’interno del Pantheon del Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, quattro lesene in marmo bianco di Carrara risalenti al 1870, sono state riconsegnate dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna, Tenente Colonnello Giuseppe De Gori, alla Delegata del sindaco alla Cultura di Bologna e Città metropolitana, Dott.ssa Elena Di Gioia.

La cerimonia si è svolta alla presenza del Direttore Regionale Musei dell’Emilia Romagna, Arch. Giorgio Cozzolino, del Presidente di Bologna Servizi Cimiteriali, Ing. Simone Spataro, e del Referente del progetto di valorizzazione della Certosa, Museo civico del Risorgimento – Settore Musei Civici Bologna, Dott. Roberto Martorelli.

 

Le quattro grandi lesene in marmo bianco, delle dimensioni di 292x30x5 cm, rubate nell’ottobre del 1992 dalla pregevole “Cappella Micheli” situata nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, venivano individuate dal Nucleo TPC di Bologna nel 2010.

La complessa ed accurata attività di indagine è stata sviluppata dai Carabinieri TPC dopo aver accertato, nel corso della regolare attività di controllo e monitoraggio dei beni venduti sulle piattaforme e-commerce in Italia e all’estero, la vendita, presso una nota casa d’aste tedesca, delle quattro lesene in marmo di probabile provenienza bolognese.

Difatti, le immagini degli elementi in marmo asportati erano state inserite all’epoca del furto nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” gestita dal Comando TPC, e, proprio dai preliminari accertamenti condotti, i carabinieri potevano rilevare che le foto dei beni d’arte posti in vendita sul mercato antiquariale tedesco erano simili a quelle delle quattro lesene in marmo, trafugate il 1° ottobre 1992 dall’interno del Cimitero Monumentale.

Per l’esito positivo della vicenda sono risultati importanti i successivi accertamenti condotti dai Carabinieri TPC con la fondamentale collaborazione dei funzionari del Museo civico del Risorgimento di Bologna, in particolare dei referenti che curano la valorizzazione del patrimonio artistico-culturale della Certosa; proprio attraverso la consultazione del catalogo fotografico digitale della Certosa, si poteva visionare la fotografia della Cappella Micheli, confrontarla con quella dei beni posti in vendita e riscontrare ulteriormente l’effettiva corrispondenza di questi ultimi con quelli trafugati a Bologna da oltre venti anni.

Le successive prolungate investigazioni venivano così coordinate prima dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna e successivamente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma (gruppo Tutela patrimonio artistico),  che attivava immediatamente i previsti canali di cooperazione giudiziaria con la Germania al fine di evitare la dispersione dei beni marmorei, giungere all’identificazione degli autori della ricettazione ed in particolare consentire il rimpatrio nel territorio nazionale dei beni illecitamente esportati.

Per la complessa vicenda è così risultata fondamentale l’attività di indagine sviluppata tra le autorità giudiziarie tedesche e quelle italiane, attraverso specifici accertamenti condotti sia in Italia che all’estero per risalire ai venditori e/o proprietari della refurtiva messa in vendita ma soprattutto per acclarare con assoluta certezza la provenienza dei beni dal Cimitero della Certosa di Bologna.

Così, accertato che in occasione del furto il distacco dalle pareti murarie di una delle quattro lesene aveva provocato la rottura di un piccolo angolo di marmo che i malviventi non riuscivano a staccare dalla parete, su disposizione della citata Autorità Giudiziaria, i carabinieri del TPC di Bologna accompagnati dal funzionario referente del Comune felsineo, nel mese di giugno 2018, si recavano in missione a Monaco di Baviera. Qui alla presenza di ufficiali della Polizia Tedesca, che avevano operato il sequestro, potevano eseguire senza ombra di dubbio il riconoscimento dei beni. Fondamentale è risultata la perfetta coincidenza tra il calco del frammento di marmo rimasto attaccato sulla parete della Cappella Micheli con l’angolo mancante alla lastra di marmo asportata e messa in vendita.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, a conclusione delle indagini, ottenendo dal Giudice per le Indagini Preliminari dello stesso Tribunale la confisca dei quattro beni marmorei di rilevante interesse storico-artistico, ne disponeva il rimpatrio dalla Germania e così la restituzione alla città di Bologna per essere ricollocati nel luogo di origine.

Nei prossimi mesi il Museo civico del Risorgimento del Settore Musei Civici Bologna insieme alla Commissione Artistica della Certosa e di Bologna Servizi Cimiteriali valuterà quale sia la migliore soluzione possibile per il definitivo recupero e valorizzazione dei marmi, coinvolgendo la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Il complesso recupero delle quattro lesene consentirà nei prossimi anni di ridare integrità visiva al sacello realizzato nel 1873 per volontà di Gaetano Micheli, il quale per la sua realizzazione si rivolse alla ditta bolognese di lavorazione del marmo Davide Venturi & Figlio.

















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