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Antonio Rigopoulos alla Fondazione San Carlo riflette sul ruolo centrale dei saggi, santi e Maestri nell’induismo

Venerdì 21 gennaio riprende, dopo la pausa delle feste natalizie, alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) il ciclo di lezioni dedicato al tema Libri sacri. Fondamenti teologici e interpretazioni culturali nelle religioni ideato dal Centro Studi Religiosi. Antonio Rigopoulos presenta la conferenza dal titolo I Veda. La relazione tra maestro e discepolo nelle tradizioni hindu.

Antonio Rigopoulos è professore di Indologia e tibetologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Studioso delle religioni e delle filosofie dell’India, ha dedicato particolare attenzione ai movimenti devozionali (bhakti) e della rinuncia (yoga) in età medievale e moderna. Tra i curatori dell’edizione italiana dei maggiori testi dell’Hinduismo antico (Milano, 2010), ha pubblicato: Hinduismo (Brescia 2005); The Mahanubhavs (Firenze 2005); Guru. Il fondamento della civiltà dell’India (Roma 2009).

Da tempi immemorabili la relazione maestro-discepolo costituisce l’asse portante dell’universo religioso indiano. È davvero impossibile esagerare l’importanza del maestro nelle religioni dell’India. In assenza di una autorità ecclesiale centrale, di istituzioni quali la Chiesa in Occidente su cui incardinare il magistero, il maestro è da sempre la guida autorevole, l’imprescindibile punto di riferimento. All’interno di ognuna delle innumerevoli tradizioni, la necessità del maestro è indiscussa, essendo egli il ricevitore (dal proprio maestro) e il trasmettitore (per i discepoli e il successore ch’egli eleggerà) del sapere sacro in una linea di successione idealmente ininterrotta. La relazione maestro-discepolo fonda la comunicazione del sapere fin dall’ingresso nel Nord del subcontinente di popolazioni nomadi indo-arie – a partire dal 1400-1300 a.C. Gli arya, come vennero ad autodefinirsi (lett. “nobile”: il termine designa in primis l’aristocrazia guerriera) erano suddivisi in clan e la loro economia si basava prevalentemente sull’allevamento e la pastorizia.

La composita congerie di materiali denominati Veda (“sapienza”) costituisce il cardine della civiltà e della “religione” degli arya, e anche il più antico documento sopravvissuto di una letteratura orale indoeuropea. La trasmissione per via orale dei Veda e, in generale, del patrimonio culturale brahmanico è di cruciale importanza: il primato dell’oralità sulla scrittura è indiscusso (solo dopo il Mille si sarebbe iniziato a mettere per iscritto i “testi” vedici). Nel brahmanesimo la forma più alta del sapere è sempre e solo orale; alla scrittura è riservato un valore eminentemente pratico, di uso mondano e amministrativo (comunque inferiore).

La rivelazione vedica, monopolio dei sacerdoti brahmani, si suddivide in tre sezioni. Si tratta della “triplice scienza” di Rg Veda, Sama Veda e Yajur Veda, cui in prosieguo di tempo se n’è aggiunta una quarta, l’Atharva Veda, incorporante formule, benedizioni e maledizioni da impiegarsi in rituali magico-apotropaici.

Il Veda nel suo complesso è un “testo” per l’azione; i suoi innumerevoli dèi, i suoi miti e le sue speculazioni sono funzionali all’atto rituale, di cui componente essenziale è la Voce/Parola. Clan e famiglie sacerdotali discendenti da celebri bardi/veggenti erano specializzati sin nei più minuti dettagli dei complessi rituali sacrificali.

È da questi ambiti di specialisti del sacro che evolsero le “branche” o scuole del sapere vedico, le sakha, ciascuna trasmettente oralmente il proprio sapere di generazione in generazione. L’identità sociale di ogni brahmano era determinata dalla sua affiliazione a una di queste scuole.

 

La conferenza si tiene presso la Fondazione San Carlo (Via San Carlo, Modena) con inizio previsto alle ore 17.30. L’ingresso è libero su prenotazione (effettuabile su www.fondazionesancarlo.it) fino a esaurimento posti (a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione). Le conferenze saranno trasmesse in diretta web e successivamente potranno essere gratuitamente consultate sul sito della Fondazione. Attraverso i canali di streaming è possibile interagire in diretta con le conferenze inviando commenti e domande.

Per informazioni: tel. 059.421208 – csr@fondazionesancarlo.it
















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