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Modena, al via il percorso per aggiornare il regolamento per acconciatura, estetica e tatuatori

“A distanza di quasi otto anni dall’ultimo aggiornamento, abbiamo la necessità di rivedere il regolamento che riguarda tutto il mondo di quello che possiamo chiamare il bell’essere, dalla acconciatura all’estetica passando per i tatuatori ed i piercer. Per questo siamo felici che l’Assessora Carla Ludovica Ferrari abbia accolto la nostra richiesta e convocato un tavolo di confronto, anche per il ruolo che il Comune di Modena per l’intero territorio provinciale”. È il commento di Marcello Montorsi, presidente di CNA Sanità e Benessere di Modena, all’avvio del percorso che porterà ad adeguare il regolamento della categoria.

“In questi anni il settore ha fatto un salto in avanti, a cominciare dalle tecniche utilizzate per continuare con i macchinari. Il regolamento dovrà tenere conto di queste novità e, soprattutto, delle professionalità che queste richiedono”.

Ciò che chiede CNA sono regole che definiscano non solo i requisiti necessari per svolgere le diverse attività del settore, ma anche i macchinari e le attrezzature ammesse – soprattutto nel campo dell’estetica – oltre ai criteri igienico-sanitari dei locali. Poi le tipologie dei controlli, “che hanno un’importanza determinante – sottolinea Montorsi – per contrastare le attività abusive, che durante le chiusure determinate dall’emergenza sanitaria hanno avuto un nuovo impulso, con tutti i rischi conseguenti per la salute dei clienti. Ecco perché le imprese vere sono imprese sicure”.

“Un nuovo regolamento – conclude il Presidente – ci aiuterà anche ad indirizzare meglio coloro che intenderanno avvicinarsi ad una di queste attività, nel senso che non è sufficiente aprire una partita iva per poter operare in tal senso. È necessario sapere entro quali spazi ci si muova in quest’ambito, partendo dalle normative nazionali per continuare con i decreti regionali e finire appunto con i regolamenti comunali, senza tralasciare la formazione. Un esempio tra i tanti: alcune operatrici sono convinte di poter fare il trucco semipermanente quando in realtà si tratta di un’attività dell’estetica e come tale richiede il superamento di un percorso formativo importante presso una scuola riconosciuta dalla Regione”.

















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