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Tradito dalla mascherina usata per evitare il covid durante furto in abitazione

A meno di un anno dal furto consumato ai danni di un’abitazione di Sant’Ilario d’Enza, dove i ladri seppur scoperti riuscirono a fuggire con alcuni monili in oro presi da un cassetto del comò della camera da letto,  i Carabinieri della stazione di Sant’Ilario d’Enza, grazie alle indagini scientifiche di laboratorio eseguite dai RIS di Parma, sono riusciti a identificare uno dei tre responsabili del furto identificato in un cittadino albanese.

Il profilo genotipico, sinora attributo a ignoto1, ricavato dalle tracce salivari presenti in una mascherina chirurgica indossata dal ladro e repertata dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza all’atto del sopralluogo è stato infatti attributo all’albanese, sottoposto a prelievo biologico per altra ipotesi di reato. Con l’accusa di concorso in furto aggravato, quindi, i Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza hanno denunciato alla Procura reggiana un 30enne albanese residente a Parma. Il furto era avvenuto la sera del 24 ottobre dell’anno scorso. Verso le 20.00, tre malviventi avevano rivolto le attenzioni furtive a un’abitazione di via Unione Europea di Sant’Ilario d’Enza ma nel bel mezzo del furto erano stati “disturbati” da alcuni cittadini che notando il furto chiamavano i carabinieri che sono immediatamente intervenuti.

Alla vista dei militari i tre malviventi fuggivano a piedi con alcuni monili in oro prelevati dall’abitazione dileguandosi nel buio della notte e abbandonando sul posto una Citroen C4 fittiziamente intestata a un pregiudicato irreperibile, risultato intestatario peraltro di ben 200 veicoli, sequestrata dai carabinieri.

Nell’auto risultata essere stata utilizzata dai tre ladri i carabinieri avevano rinvenuto non solo il classico kit del perfetto ladro, tra cui due piedi di porco, tronchesi, martelli, mazze, cacciaviti, flessibili per aprire casseforti, guanti e cappellini per travisarsi e una ricetrasmittente, ma anche tre mascherine chirurgiche usate. Quanto rinvenuto veniva sottoposto a sequestro in quanto riconducibile in maniera certa ai tre malviventi. Le mascherine opportunamente repertate sono state inviate al RIS dei Carabinieri di Parma che., grazie alle tracce salivari presenti in uno dei tre manufatti, ne hanno estrapolato il DNA, ricondotto, inizialmente, ad un individuo ignoto di sesso maschile. La scorsa settimana la svolta: i Carabinieri del RIS di Parma hanno infatti informato i colleghi di Sant’Ilario d’Enza che, nel corso degli accertamenti di natura biologica su campioni repertati da prelievi con tampone biologico di un soggetto albanese indagato per altro reato, era stato estrapolato il DNA corrispondente al profilo genotipico di ignoto1. L’estrapolazione dei dati biologici a carico del 30 albanese portava quindi all’univoca identificazione del responsabile del concorso in furto che quindi veniva denunciato alla Procura reggiana. Le indagini ora mirano ad accertare l’identità dei restanti due complici dell’odierno indagato che i Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza stanno cercando di individuare anche scandagliando la cerchia delle amicizie e frequentazioni del 30enne.

















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