Il completamento della ricostruzione post sisma è ormai vicino, nonostante l’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus abbia rallentato il cammino. Anzi, quando il lockdown fermava gli ultimi cantieri, proprio dal distretto biomedicale modenese, fra i più avanzati nel mondo e capace di rialzarsi in pochissimo tempo dopo le scosse del maggio 2012, sono arrivati messaggi di speranza e reazione più forti del virus. Le aziende del settore biomedicale non hanno mai fermato le produzioni e, in massima sicurezza sanitaria, hanno saputo mettersi a disposizione dell’Emilia-Romagna e dell’Italia intera per la produzione di macchinari per la respirazione extracorporea, dando risposta alle esigenze del sistema sanitario. Al contempo, il Tecnopolo di scienze della vita di Mirandola è diventato, assieme all’Università di Bologna, laboratorio di riferimento per testare e certificare i dispositivi di protezione individuale, per rispondere rapidamente alle richieste delle imprese che avevano riconvertito la propria produzione.
Per quanto riguarda l’attività di ricostruzione, per sostenere le imprese impegnate nei lavori fermate dalla pandemia, ma anche Comuni e cittadini, il Commissario alla ricostruzione e presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha adottato, condividendole con enti locali e parti sociali, specifiche misure per garantire più tempo e maggiore liquidità, rinviando le scadenze, anticipando i pagamenti e prorogando i termini per chiudere gli interventi e, quindi, non perdere i contributi.
Otto anni dopo le scosse del 20 e 29 maggio 2012 (che investirono le province di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia, colpendo 54 comuni e i 4 capoluoghi, causando 28 morti e 300 feriti, con 45mila sfollati e circa 13 miliardi di danni), i numeri descrivono una ricostruzione alle battute finali. Fotografia della situazione che è stata condivisa dal presidente Bonaccini e dal Sottosegretario alla Presidenza, Davide Baruffi, con i sindaci in occasione del Comitato istituzionale e di indirizzo tenutosi questa mattina a Bologna.
In circa la metà dei Comuni la ricostruzione è stata completata del tutto e oggi il cratere ristretto ne conta trenta. Il 95% di cittadini e famiglie sono rientrati nelle proprie case. Gli edifici ripristinati sono 7.600, per circa 16 mila abitazioni (prime e seconde case) rese di nuovo agibili, oltre a 5.400 piccole attività economiche.
Dal 2012 a oggi sono stati concessi complessivamente contributi per 6,4 miliardi di euro, di cui 4,9 già liquidati, erogati alle persone alle imprese: 1,5 miliardi solo nell’ultimo anno. Nel dettaglio, per la ricostruzione delle abitazioni le concessioni di contributi (attraverso la piattaforma informatica Mude) hanno toccato quota 3 miliardi di euro di cui liquidati oltre 2,4 miliardi, circa l’80% dei contributi concessi. Mentre per la ricostruzione delle attività produttive le concessioni di contributo concluse (sulla piattaforma informatica Sfinge) sono state pari a 1,9 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi liquidati, l’84% dei contributi concessi: 2.663 interventi completati.
Nella ricostruzione pubblica sono 1.656 i progetti di recupero finanziati per un totale di 1,405 miliardi di euro: 527 cantieri conclusi (212 milioni di euro) e 669 cantieri in corso (613 milioni), aperti soprattutto nell’ultimo periodo quando è stata decisa l’accelerazione su edifici pubblici, patrimonio storico e culturale, chiese e centri storici, l’ultimo importante tassello dopo aver praticamente chiuso la ricostruzione privata (abitazioni e imprese) e quella delle scuole, fissate all’inizio come prioritarie.
“Alla vigilia dell’ottavo anniversario di quella drammatica, prima scossa del 20 maggio 2012 – afferma il presidente Bonaccini- voglio ricordare coloro che hanno perso la vita: ci stringiamo ai loro cari, così come a chiunque abbia sofferto, a iniziare dai tanti che rimasero feriti. Anche questi territori- prosegue- dopo soli otto anni si sono ritrovati a dover fare i conti con un’emergenza sanitaria senza precedenti. Ma qui tutti – donne e uomini, imprese, lavoratori – hanno dimostrato ancora una volta di saper affrontare i momenti più difficili, mettendo forza d’animo, conoscenze e professionalità al servizio dell’intera comunità regionale e del Paese. Anche grazie a fabbriche, laboratori e infrastrutture ricostruite in soli otto anni. Ancor di più adesso ci rimboccheremo le maniche, insieme, per completare definitivamente la ricostruzione nell’arco dei prossimi tre anni, con interventi per 2,2 miliardi di euro. Investimenti pubblici e cofinanziamenti privati che contribuiranno a far ripartire l’Emilia-Romagna, recuperando e creando nuovi posti di lavoro attraverso un modello di crescita che sia sostenibile. Ma così come è successo nelle aree colpite dal sisma, ne uscirà una regione ancora più forte e più bella”.