Circa 400 gli anziani con più di 80 anni che vivono soli o in nuclei con altri anziani verranno contattati nei prossimi giorni dal Comune di Fiorano Modenese. Sono le persone in questo momento più fragili della comunità, costrette a rimanere in casa per l’emergenza covid 19. L’amministrazione comunale ha deciso di chiamarli telefonicamente uno a uno, dove è possibile, oppure di fare loro una breve visita a distanza di sicurezza, per capire i loro bisogni, dare informazioni o anche solo scambiare due chiacchere.
Due giovani volontarie del Servizio Civile hanno già cominciato a chiamare gli over 80 di cui è stato possibile recuperare il recapito telefonico. Mentre per le persone non contattabili telefonicamente, dalla prossima settimana, faranno visite a domicilio, ma senza entrare nelle abitazioni, restando all’esterno.
Le ragazze chiederanno agli anziani come stanno, se hanno bisogno di qualche aiuto per la spesa o del recapito dei farmaci a domicilio e forniranno il numero telefonico di Sportello Sociale e Urp. Per le visite domiciliari Hajar El Kholti e Siham Kherrebi, questi i nomi delle volontarie, saranno dotate di cartellino con logo del Comune di Fiorano Modenese, per essere riconoscibili.
“E’ un momento difficile per tutti – dice l’assessore alle Politiche sociali, Luca Busani – ma proprio per questo è essenziale affrontarlo tutti quanti insieme, senza lasciare indietro nessuno. In particolare, i più anziani della nostra comunità, che si ritrovano isolati nelle loro case e non sempre hanno parenti o amici a disposizione per aiutarli, è importante che siano informati di tutti i servizi che sono stati attivati straordinariamente per sostenerli. Ci è sembrato quindi opportuno contattare telefonicamente a uno a uno tutti i residenti del Comune di Fiorano Modenese che hanno superato gli 80 anni di età, per informarli, raccogliere le loro richieste e, al tempo stesso, scambiare qualche parola, perché anche la solitudine, pur nel rispetto dell’isolamento sociale, deve essere contrastata con ogni mezzo. Proprio il senso di appartenenza alla comunità e la volontà di mettersi tutti al servizio gli uni degli altri saranno i semi da coltivare nei prossimi mesi per ripartire e risollevarci, riscoprendoci ancora più umani”.