Hanno superato quota 600 le domande per i buoni spesa destinati alle famiglie in difficoltà economica compilate on line sul sito del Comune di Modena lunedì 6 aprile nelle prime tre ore di attivazione dell’apposito form (www.comune.modena.it/buonispesa).
Per la precisione, alle 18 erano già arrivate 606 domande e parallelamente i Servizi sociali, nella stessa giornata, hanno risposto a 453 telefonate giunte al numero 059 2031919 che smistava le chiamate verso i quattro Poli sociali, oltre che verso direzione del Servizio sociale territoriale e l’Ufficio relazioni con il pubblico che ha risposto a 245 telefonate e 31 richieste via email, In ciascuno dei Poli sociali tre operatrici rispondevano ai quesiti riguardanti innanzitutto informazioni generali su come ottenere il buono spesa, in misura minore, e a partire dalle 15, anche assistenza nella compilazione on line e solo in modo marginale questioni tecniche riguardanti il funzionamento del sistema.
L’attenzione è stata quindi molto alta, come d’altra parte ci si attendeva: dopo l’annuncio del 4 aprile circa le modalità in cui sarebbe stato possibile presentare domanda, la relativa pagina web aveva registrato 6.469 accessi nella giornata di sabato, 3.134 domenica e 12.546 lunedì.
Le domande vengono compilate e protocollate in tempo reale grazie al sistema informatico reso disponibile gratuitamente da un fornitore dell’Amministrazione comunale nell’ambito del programma di Solidarietà digitale e messo a punto dai Sistemi informatici del Comune.
Nella prima ora sono state compilate e registrate circa 200 domande, poi dopo un riavvio che ha determinato un momentaneo rallentamento, il sistema ha preso a funzionare più rapidamente e i numeri sono cresciuti in fretta.
Le domande possono essere presentate fino al 15 aprile e il servizio di consulenza telefonica (tel. 059 2031919) risponde da lunedì a venerdì dalle 8.30 alle 13, al lunedì e al giovedì anche dalle 14.30 alle 18.
I primi buoni spesa saranno disponibili già nel giro di alcuni giorni come prevede la delibera di giunta con cui si definiscono le linee di utilizzo dei fondi assegnati dal governo, con un’ordinanza di Protezione civile, per gli interventi di solidarietà alimentare per contrastare l’emergenza Covid-19.
Per il Comune si tratta di quasi un milione (983 mila e 770 euro) e l’ammontare dei buoni spesa destinati alle famiglie in difficoltà economica, prima di tutto a quelle che non hanno in questo momento altre forme di sostegno (contributi comunali, reddito di cittadinanza o altro), è di 150 euro per una persona, fino a un massimo di 500 euro quando il nucleo familiare è composto da cinque o più componenti. Nel caso di una famiglia di due persone il contributo è di 250 euro, con tre persone 350 euro, quattro persone 400 euro. Possono presentare domanda anche coloro che usufruiscono di altri contributi, ma verranno presi in considerazione solo se ci saranno risorse disponibili e con la priorità per chi percepisce gli importi più bassi.
I buoni spesa potranno essere utilizzati per l’acquisto di generi alimentari o altri prodotti di prima necessità (farmaci e para-farmaci) nella rete degli esercizi convenzionati con Day spa, la società selezionata con il percorso Consip che già fornisce buoni pasto al personale del Comune. Gli esercizi presenti sono già diverse decine (l’elenco sarà on line) e altri potranno aggiungersi contattando direttamente la società Day spa. Dopo le verifiche sul possesso dei requisiti e la veridicità delle dichiarazioni, i buoni saranno inviati all’indirizzo di posta elettronica indicato nella domanda e potranno essere letti dall’esercente sia da una copia stampata sia direttamente dallo smartphone. Saranno caratterizzati da un codice a barre utilizzabile una sola volta. Il buono spesa è unico, relativo al mese di aprile, ma potrà essere rinnovato se ce ne sarà l’esigenza e se saranno disponibili le risorse.
Una parte della dotazione economica assegnata al Comune di Modena, indicativamente 250 mila euro, viene invece utilizzata per l’acquisto diretto, con il coordinamento della Protezione civile, di generi alimentari e di prima necessità messi a disposizione delle organizzazioni del volontariato e del Terzo settore già impegnate nelle attività di sostegno alle famiglie in stato di bisogno, come per esempio avviene con l’emporio solidale di Portobello o con la rete delle Caritas parrocchiali.