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L’uscita di Mirandola dall’Unione dei Comuni Area Nord, preoccupa i sindacati

“Dopo l’emergenza virus, ci mancava soltanto una nuova lacerazione al tessuto sociale del nostro territorio prodotta dalla possibile uscita del Comune di Mirandola dall’Unione dei Comuni dell’Area Nord,  cosa che porterebbe inevitabilmente alla fine di questa esperienza.

Parliamo di una istituzione che ha sicuramente molte lacune e necessita di migliorare la propria organizzazione per produrre servizi più efficaci.

Vissuta, inizialmente, come un appesantimento burocratico, nel tempo, però, ha garantito risposte socio/sanitarie indispensabili, distribuite equamente, ma sopratutto di qualità per gli anziani, l’infanzia e le persone fragili.

Lo stanziamento di risorse ingenti, circa 30 milioni di euro l’anno, subirebbe una pericolosa riduzione con il venir meno dei contributi regionali e ogni Comune dovrebbe trovare risorse proprie, per garantire le stesse prestazioni di oggi, ben sapendo che siamo ancora in presenza di tagli da parte dello Stato.

La nostra preoccupazione va subito agli aumenti delle rette e delle tariffe a carico dei contribuenti, necessari per colmare la mancanza delle cosiddette “economie di scala”, realizzate concentrando le attività. Ci chiediamo come potrebbero essere realizzati i Piani Sociali di Zona che regolano l’assistenza domiciliare, gli assegni di cura, le microstrutture, i trasporti sociali, gli interventi per la non-autosufficienza e l’edilizia popolare.

E la sanità, che oggi non può certo essere pensata a livello comunale, come potrebbe migliorare di fronte a richieste provenienti da posizioni spesso contrapposte?

A parere di Cgil, Cisl e Uil confederali, andava individuato un assessore alla Sanità in Ucman fin da subito e non comprendiamo le dinamiche che lo hanno impedito, pur sapendo che il Presidente può disporne la nomina in piena autonomia, perfino indicando sé stesso.

Condanniamo decisamente l’attacco rivolto al personale dipendente che abbiamo letto sui giornali, qualsiasi ruolo ricopra, perché lo troviamo offensivo della professionalità espressa e lesivo dell’onestà intellettuale, che fino a prova contraria, non può essere incolpato di azioni mai riscontrate.

E a proposito di personale, ci lascia molto perplessi la superficialità, che pare emergere, nel trascurare il tema della ricollocazione, nei comuni di provenienza, dei dipendenti, compresi quelli assunti direttamente dall’Unione, che risulta molto difficile per la normativa vigente.

Riteniamo molto più utile superare le divisioni “storiche” fra  campanili, per unire invece le forze, cercando di sviluppare a pieno le potenzialità dell’Unione, investendo per dare un futuro ai servizi, al solo scopo di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini”.

(Massimo Tassinari, coordinatore Cgil Area Nord modenese – Carlo Alfonso Preti, coordinatore zona Mirandola Cisl Emilia Centrale – Enio Superbi, coordinatore Uil Area Nord)
















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