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Progetto ‘Oncorete Sharing and Innovation System’: “Le best practices della rete oncologica dell’Emilia-Romagna”

Supportare un modello di governance innovativo ed efficiente che porti indubbi vantaggi ai pazienti. Questo l’obiettivo del Progetto ‘Oncorete Sharing and Innovation System’, serie di Convegni regionali, organizzati da Motore Sanità (uno di questi si è svolto proprio oggi a Bologna), con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb e che oggi fa tappa in Emilia-Romagna.

Le best practices a livello regionale sono fondamentali per migliorare le reti oncologiche e centri oncologici che progressivamente si stanno formando. Allo stesso modo è importante comunicare ai cittadini i risultati raggiunti dalle reti oncologiche al fine di aggiornarli sui progressi medici raggiunti.

“L’ambito delle nuove terapie in oncologia è sicuramente quello su cui si concentrano oggi la maggior parte delle risorse per lo sviluppo (ricerca a scopi commerciali) e l’acquisizione dell’innovazione in ambito clinico, non penso solo allo sviluppo e all’uso dei nuovi farmaci ma anche all’esigenza di validare e rendere disponibili nuove indagini diagnostiche sempre più sofisticate per assicurare un uso appropriato delle terapie e per massimizzare l’efficacia dei trattamenti sul profilo del singolo paziente. L’organizzazione di reti cliniche professionali orizzontali (mono-oligo specialistiche di esperti nella gestione di pazienti con specifica patologia) o verticali di percorso multidisciplinare, ha un ruolo strategico molto più ampio rispetto alla tradizionale esigenza di ottimizzare l’accesso a tecnologia, strutture, competenze con percorsi hub and spoke. In oncologia inoltre si stanno percorrendo contemporaneamente più strade sull’innovazione, da un lato sono disponibili sempre più terapie con pochi effetti collaterali e di facile somministrazione (i farmaci orali), dall’altro si affacciano prepotentemente le terapie di grande complessità di gestione clinica come i car-t. Nel mezzo la tecnologia di comunicazione, trasmissione, archiviazione elettronica strutturata dei dati clinici modifica in maniera importante i possibili disegni organizzativi di gestione dei pazienti e dei percorsi, rendendo possibile organizzare reti molto meno gerarchiche. Ma l’elemento a mio parere più importante è che le reti cliniche in oncologia, supportate dalle tecnologie informatiche sempre più semplici da utilizzare ed integrare nei sistemi esistenti, possono farsi carico di gestire attività di ricerca indipendente su quesiti e disegni di studio orfani e di scarso interesse per l’industria ma potenzialmente molto rilevanti per i pazienti, per le organizzazioni dei servizi sanitari e anche per gli stessi clinici. Quindi Clinical Governance delle reti è sinonimo di gestione multidisciplinare e di ricerca indipendente, vera smart solution per la sostenibilità”, ha dichiarato Valentina Solfrini, Servizio Assistenza Territoriale, Area Farmaci e Dispositivi Medici, Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare, Regione Emilia-Romagna.

Le reti oncologiche regionali rappresentano il modello organizzativo ottimale per implementare, innovare e completare la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione fisica e psicologica dei pazienti colpiti da tumore. Le Reti regionali per assicurare sostenibilità del sistema e capillarità necessitano di aumentare il livello di comunicazione tra operatori, pazienti ed istituzioni all’interno della rete, utilizzando la continua evoluzione tecnologica, come l’appropriatezza dei farmaci ad alto valore.

La Rete Oncologica Regionale ha l’obiettivo di garantire l’appropriatezza e la migliore qualità nella diagnosi, nella cura e nell’assistenza, sulla base dell’impatto epidemiologico, delle risorse professionali e tecnologiche disponibili, favorendo l’integrazione tra ospedale, territorio e istituti di ricerca, e insieme governando e ottimizzando l’impiego delle risorse.  Tutto questo secondo quanto previsto dal DM 70/2015 che richiede “…la presa in carico del paziente mettendo in relazione, con modalità formalizzate e coordinate, professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e sociosanitari di tipologia e livelli diversi nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica e organizzativa”. Al fine di uniformare i modelli regionali e permettere lo sviluppo delle Reti Oncologiche è già stato prodotto dal Tavolo istituzionale coordinato da AGENAS il documento dal titolo la “Revisione delle Linee Guida organizzative e delle Raccomandazioni per la Rete Oncologica che integra l’attività ospedaliera per acuti e post-acuti con l’attività territoriale”, approvato con Atto 59/CSR del 17 aprile 2019 dalla Conferenza Stato-Regioni.  Con queste finalità e per assicurare la riorganizzazione dell’assistenza secondo il modello di rete, è stato previsto e reso attivo in Regione Emilia-Romagna il “Coordinamento di rete oncologica e oncoematologica” (DGR 972/2018)”, ha spiegato Carmine Pinto, Direttore Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate, IRCSS Istituto in Tecnologie Avanzate e Modelli Assistenziali in Oncologia, Reggio Emilia .

















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