Nuove opportunità di investimenti “sostenibili” per le aziende agrotecniche dell’Emilia-Romagna: pronti quasi 2,2 milioni di euro per interventi mirati a ridurre gas serra e la produzione di ammoniaca, principale responsabile della formazione di polveri sottili (Pm10).
Dall’agricoltura arriva così un contributo fondamentale alla mitigazione del cambiamento climatico, obiettivi con effetti positivi per l’ambiente e la collettività, grazie a scelte strategiche di gestione degli allevamenti e dei relativi sottoprodotti: dall’impiego di tecnologie e materiali innovativi, alla realizzazione di vasche coperte per stoccare liquami zootecnici, all’utilizzo di tecniche di precisione nella concimazione dei campi per limitare azoto e gas serra.
Sono i risultati a cui punta il secondo bando del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020, approvato dalla Regione, che fa salire a 14 i milioni stanziati complessivamente negli ultimi due anni per questo scopo. La dotazione finanziaria di quest’ultimo bando potrà essere integrata, dopo la notifica alla Commissione europea, con altri 2 milioni di euro del ministero dell’Ambiente nell’ambito del nuovo accordo di Programma per la qualità dell’aria nel bacino padano.
Ad oggi, sono 189 i progetti approvati, da Piacenza a Rimini che hanno prodotto una mole di investimenti di circa 25,3 milioni di euro.
“L’ambiente e il clima sono una priorità del Psr e proprio per questo abbiamo dedicato quasi il 50% delle risorse disponibili a strategie e azioni in grado di contrastare l’inquinamento e di rispondere alla sfida del cambiamento climatico- ha precisato l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-. C’è bisogno di una agricoltura sempre più sostenibile e a basse emissioni, fattori che rappresentano un valore aggiunto e di distintività sul mercato delle nostre produzioni agroalimentari di qualità. Il settore agricolo contribuisce con meno del 10% al totale delle emissioni climalteranti regionali ma è comunque chiamato a dare un contributo perché è anche quella più esposta ai suoi effetti”.
“Sappiamo poi che un altro tema sensibile, sul quale l’Italia è in procedura di infrazione, è quello della qualità dell’aria e anche su questo fronte l’agricoltura può e deve fare la sua parte, in particolare riducendo le emissioni di ammoniaca che sono un precursore delle polveri sottili. Per questo- ha concluso- dopo l’ottimo riscontro del bando chiuso ad aprile 2018 che ha finanziato 189 interventi, abbiamo deciso di rifinanziare una misura che sostiene investimenti nelle aziende zootecniche finalizzati a migliorare la gestione degli effluenti e a ridurre di conseguenza le emissioni”.
Cosa prevede il bando
Beneficiarie dei finanziamenti sono le imprese agricole in forma singola o associata come cooperative, consorzi di scopo o comunioni a scopo di godimento, che utilizzano come fertilizzante effluenti di allevamento, o digestato, sottoprodotto della produzione di biogas dagli stessi effluenti e biomasse vegetali di origine agricola, in sostituzione o a complemento a fertilizzanti commerciali.
Le risorse messe in campo dal bando sono finalizzate a realizzare investimenti per individuare e applicare specifiche soluzioni che interessino una o più fasi del processo produttivo. Sono ammessi, interventi per ridurre le emissioni nei contenitori di stoccaggio esterno per gli effluenti liquidi o solidi, nella fase di trattamento ed in quella di distribuzione degli effluenti di allevamento in campo. Fase quest’ultima particolarmente emissiva, se non si procede con buone pratiche, come l’incorporazione diretta nel terreno: da cui la necessità di avere attrezzature adeguate.
Sono inoltre ammesse a finanziamento le spese sostenute per coprire i costi degli onorari di professionisti o per studi di fattibilità, entro il limite massimo del 10% e investimenti per l’acquisto o lo sviluppo di programmi informatici.
Per quanto riguarda il valore dei progetti, quando l’investimento è opera di una singola azienda, l’importo può variare da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 180 mila, importo che può però raggiungere anche i 500 mila euro se i progetti vedono il coinvolgimento di più aziende agricole.
Anche l’aiuto finanziario varia rispetto al tipo di intervento: 40% nel caso di progetti presentati da un’unica impresa agricola, e 60% nel caso di progetti collettivi o di progetti integrati, cioè iniziative realizzate da una sola impresa agricola che oltre all’obiettivo della riduzione di gas serra ed ammoniaca combinano azioni che riducono la gestione degli effluenti e l’inquinamento delle acque.
Nella valutazione dei progetti verrà considerato il tipo di approccio, della combinazione di più obiettivi, del tipo di investimento e del fatto che sia realizzato in zone vulnerabili ai nitrati o a prevalente tutela naturalistica, paesaggistica, idrologica oltre all’intensità della riduzione di ammoniaca.
Le domande di sostegno devono essere presentate online entro il 2 dicembre 2019, dopo l’accreditamento, sulla piattaforma del Siag – Sistema informativo agricolo utilizzando i moduli predisposti da Agrea./Eli.Co.