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Reggio Emilia, il bilancio di tre anni di ‘Genitori connessi’, i laboratori per l’alfabetizzazione digitale di famiglie e docenti

Si chiude con la partecipazione di circa 1000 famiglie, 12 istituti scolastici e 25 tra insegnanti ed educatori il bilancio di tre anni di attività di Genitori connessi, il percorso formativo destinato a genitori, insegnanti e operatori scolastici promosso dal Comune di Reggio Emilia per aggiornare e responsabilizzare famiglie ed educatori nel governo degli strumenti digitali. Obiettivo del progetto, realizzato in collaborazione con il centro Elearning dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Milano–Bicocca e Coopselios, è stato formare i docenti e le famiglie a un utilizzo pieno e consapevole delle nuove tecnologie offrendo maggiori strumenti per rapportarsi con il mondo dei cosiddetti ‘nativi digitali’. Gli esiti di questo percorso saranno illustrati giovedì 10 maggio alle ore 20.30 al centro internazionale Malaguzzi nell’incontro, aperto al pubblico, dal titolo “Genitori connessi: la città fa il punto. Tre anni di lavoro”.

“Genitori connessi ci pare rappresenti una scommessa vinta – ha detto stamane alla stampa l’assessore comunale all’Educazione Raffaella Curioni – Non solo per la notevole partecipazione, ma perché, forse per la prima volta, un percorso come questo ha tenuto insieme le dimensione del conoscere per difendersi dai rischi delle nuove tecnologie con la dimensione del conoscere per essere più prossimi ai nostri figli, al loro approccio alla conoscenza, al sapere, alla realtà che li circonda. Questo percorso non ha negato l’esistenza di questi rischi, anzi, ha inteso fornire strumenti conoscitivi agli adulti per poterli rintracciare, leggere, prevenire e a volte contrastare. Ma è innegabile che abbiamo inteso fare di più. Abbiamo voluto porre al centro il tema di come le tecnologie oggi trasformino in modo significativo il modo di conoscere, apprendere e relazionarsi con la realtà dei nostri figli. I media digitali aprono a nuove forme di comprensione, di conoscenza, di espressione e di critica, spesso contemporaneamente, ampliando la possibilità di accedere al sapere da parte di tutti i bambini e ragazzi. Grazie alle tecnologie i nostri figli hanno accesso alle informazioni in un tempo molto più rapido rispetto al passato, collegano immediatamente il sapere con immagini e spaziano con immediatezza in possibili connessioni tra diversi ambiti del sapere. La convinzione che ci ha animato è che la conoscenza dei new media sia elemento indispensabile per agire al meglio la nostra responsabilità genitoriale in un mondo che è profondamente segnato, arricchito, provocato dai nuovi strumenti digitali”.

“Le tecnologie sono uno strumento indispensabile alla quotidianità: i nostri figli ne fanno un consumo costante, spesso poco mediato dagli adulti, e ne riconoscono essenzialmente la funzione di intrattenimento – ha aggiunto l’assessore comunale all’Agenda digitale Valeria Montanari – Genitori connessi non ha cercato di dare risposte entusiaste o scettiche sull’uso della rete, ma ha favorito il dialogo e l’incontro tra i genitori perché insieme potessero porsi domande critiche e senza pregiudizi. Ci interessava coinvolgere i genitori, generazione di ‘immigrati digitali’, nati nel tempo in cui gli smartphone non esistevano e costretti a farci i conti nel rapporto coi figli, nativi digitali. Ne è scaturito un progetto dai numeri imponenti, che ha visto una partecipazione entusiasta e che ha messo in relazione anche gli adulti sulla conoscenza delle pratiche partecipative digitali che intrattengono i nostri ragazzi. Il digitale tende a respingere gli utenti perché è complesso, nuovo, veloce: potersi affacciare con una piccola cassetta degli attrezzi a una sua decodificazione credo sia stata un’importante opportunità che l’amministrazione ha saputo cogliere per restituirla ai genitori. Per capire che la rete non è solo il luogo del divertimento, ma anche delle competenze, dell’informazione, dei diritti. Intendiamo dare seguito a questa esperienza stupenda che ha insegnato tanto a tutti noi, e che ha visto il coinvolgimento generoso di scuole, educatori, professionisti, università e volontari che ringraziamo”.

All’incontro sono intervenute anche Annamaria Corradini, coordinatrice della Rete scuole della città, Sabrina Bonaccini, direttrice dell’area educativa di Coopselios, e Federica Perna, un genitore “connesso” che ha partecipato al percorso formativo divenendo poi a sua volta formatrice.

IL PROGETTO – “Genitori connessi” è iniziato in via sperimentale nell’anno scolastico 2015/2016 con un progetto pilota che ha coinvolto circa 100 genitori di figli dai 7 ai 13 anni dell’istituto comprensivo Galileo Galilei. Nei due anni scolastici successivi la sperimentazione ha preso forma in un progetto che si è man mano esteso a tutti i 12 istituti comprensivi della città. Grazie al coinvolgimento di una decina di volontari digitali formati da Paolo Professor Ferri e Stefano Moriggi, docenti rispettivamente delle università Bicocca di Milano e di Brescia, nel corso delle serate sono stati realizzati laboratori di approfondimento sui “nativi digitali” e sui loro stili di comunicazione, e sono state illustrate alcune innovazioni operative sulle modalità di affiancamento e supporto dei propri figli negli attuali contesti scolastici.

In particolare, gli incontri hanno permesso di arricchire il bagaglio di esperienze digitali dei genitori, per far loro condividere con i figli momenti di intrattenimento comune. E’ stato anche affrontato lo sviluppo della relazione casa/scuola in un ambiente didattico arricchito dalle nuove tecnologie, per poter dare continuità al percorso formativo dei bambini e ragazzi. Durante gli incontri sono state analizzate le condotte partecipative e le pratiche cooperative tipiche dei nativi digitali, per valorizzarle e trasformarle in efficaci stili di apprendimento. In pratica, attraverso esempi opportunamente selezionati di videogiochi e di youtuber, i genitori sono stati invitati a riflettere sui modi con cui queste attività possano essere integrate con l’esperienza formativa e didattica dei bambini e dei ragazzi.

“Genitori connessi” ha avuto il merito di indurre i genitori a creare momenti da passare insieme ai figli nello scambio di conoscenze, esperienze, pratiche e approcci al web, a creare una relazione attraverso un linguaggio e un modo di comunicare giovane, smart e al passo con la cultura digitale. Tendenzialmente, i genitori sono arrivati agli incontri con domande sul rapporto genitori-figli nell’età del digitale e dei social network, manifestando il bisogno di sapere cosa fanno i loro ragazzi in rete. Molti studenti delle scuole secondarie di primo grado utilizzano infatti social network diversi rispetto a quelli più conosciuti dai genitori. Non sempre purtroppo lo fanno in modo consapevole e questo è emerso in parecchi casi di cronaca in cui ad esempio foto scattate in momenti privati hanno rovinato la vita di ragazzi e famiglie. A riguardo, il corso è stato occasione per sfatare alcune false credenze e ridimensionare i timori dei genitori (ad esempio che la rete crei isolamento) e per far emergere come internet non è solo un luogo di intrattenimento, ma anche un archivio infinito nel quale reperire informazioni e trovare opportunità.

L’INCONTRO DI “BILANCIO” – Giovedì 10 maggio alle ore 20.30 al centro internazionale Malaguzzi nell’incontro, aperto al pubblico, “Genitori connessi: la città fa il punto. Tre anni di lavoro” verrà illustrato il bilancio di questa attività. Alla serata, aperta dal sindaco Luca Vecchi, parteciperanno anche le assessore comunali Raffaella Curioni (educazione e conoscenza) e Valeria Montanari (Agenda digitale, partecipazione e cura dei quartieri). Matteo Fornaciari, animatore digitale, tratterà “Come si costruisce una consapevolezza digitale”; Viviana Monti, un genitore coinvolto nel percorso, rifletterà su “La rete nemica o alleata?”; Gabriele Codazzi, educatore dello spazio culturale Orologio, parlerà di “I parent control sono la soluzione?; Daniele Cottafavi, dirigente dell’istituto comprensivo Pertini 2, discuterà di “Una scuola tecnologica tra funzioni e responsabilità”. Interverranno inoltre Stefano Moriggi, docente dell’Università di Brescia, che parlerà di “Questa stanza non ha più pareti, ma… algoritmi. Da Aristotele alle echo chambers”, e Paolo Ferri, professore associato dell’Università Milano Bicocca, che tratterà il tema “Chi ha paura dei social network? Guida ad una cittadinanza sociale consapevole”. L’incontro sarà coordinato da Lina Borghi, direttrice dell’area di Reggio Emilia di Coopselios.

















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