La cerimonia con deposizione di corone alla stele per Aldo Moro e alla lapide di Marco Biagi, mercoledì 9 maggio, nel giorno dedicato alla memoria delle Vittime del terrorismo e delle stragi, segna l’avvio di una serie di iniziative che Modena dedica al 40° dell’assassinio da parte delle Brigate Rosse di Moro, il corpo del quale, crivellato di colpi, fu fatto ritrovare in via Caetani a Roma il 9 maggio 1978, 55 giorni dopo la strage della scorta in via Fani.
Tra le iniziative in calendario tra dialoghi e immagini, un momento di memoria e riflessione in Consiglio, una mostra in piazza Grande, incontri, proiezioni di video.
Il programma è stato presentato in Municipio questa mattina, lunedì 7 maggio, dal vicesindaco di Modena e assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, da Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale, e Stefano Bulgarelli, dei Musei civici, curatore della mostra. Le iniziative sono a cura del Comitato comunale permanente per la Memoria e le celebrazioni, con Musei civici, Istituto storico, Centro culturale Francesco Luigi Ferrari, e con il patrocinio dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia – Romagna
Nel pomeriggio di mercoledì 9 maggio alle 17 si inaugura la mostra fotografica, una installazione dal titolo “Noi c’eravamo. Modena per Aldo Moro 40 anni dopo”, allestita in piazza Grande (lato Unicredit), dove resterà fino al 25 maggio. Realizzata da Comune, Istituto Storico e Centro Ferrari, presenta gli scatti inediti del fotografo Romano Gualdi alla manifestazione che si svolse in piazza Grande nel 1978, all’indomani dell’assassinio di Moro. In una giornata di pioggia partecipò tutta la società modenese: cittadini, istituzioni, associazioni, studenti, lavoratori. La forte emotività delle fotografie si traduce nel percorso espositivo, che ospita uno spazio in cui si potrà scrivere un proprio ricordo di quella giornata in cui l’Italia si fermò. Subito dopo l’inaugurazione, in Sala di Rappresentanza di Palazzo Comunale, si svolge il “Dialogo fra pubblico e privato sulla storia e la memoria del terrorismo”, incontro con Benedetta Tobagi, figlia del giornalista Walter ucciso dai terroristi, e Mirco Dondi dell’Università di Bologna. Introduce il vicesindaco e assessore alla Cultura e Scuola Gianpietro Cavazza.
Si tratta di un dialogo sulla trama di una stagione percorsa da minacce di attentati e colpi di stato attraverso la storia pubblica e privata dell’omicidio di Walter Tobagi, padre di Benedetta, giornalista ucciso da un gruppo di fuoco di estrema sinistra il 28 maggio 1980. Al centro della conversazione, la storia dei terrorismi, la sua ricaduta sulla vita dei singoli e la possibilità di ricomporre lacerazioni profonde di quella stagione.
Il giorno successivo, giovedì 10 maggio alle 17.30, l’appuntamento è in Consiglio comunale, dove intervengono il sindaco, la presidente del Consiglio Francesca Maletti e Marica Tolomelli dell’Università di Bologna, prima della presentazione del video “A partire dalla parola terrorismo, a 40 anni dall’uccisone di Aldo Moro”. Il filmato è stato realizzato nel percorso di alternanza scuola-lavoro dalla classe quinta E del Liceo Muratori-San Carlo, a cura di Istituto storico e Centro Ferrari. Sempre il 10 maggio, alle 21 nella Sala Ulivi di via Ciro Menotti 137, si presenta “Cantiere 2 agosto. Narrazione di una strage”, con interventi di Cinzia Venturoli dell’Università di Bologna e Matteo Belli, regista. Il docufilm racconta un progetto di narrazione popolare, promosso dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Associazione Familiari delle Vittime della Strage del 2 agosto, con il quale nel 2017 85 cittadini si sono improvvisati attori in tanti luoghi di Bologna, immaginando e raccontando la vita di ognuna delle 85 vittime dell’attentato.
Mercoledì 16 maggio alle 17.30 nella Galleria Europa di piazza Grande, sotto i portici del Municipio, in un incontro intitolato “La storia in faccia. Immagini del giorno dopo” Michele Smargiassi, giornalista ed esperto di fotografia, dialoga con Romano Gualdi, fotografo della manifestazione modenese del 10 maggio 1978. Sabato 19 maggio, nella notte bianca modenese “Nessun dorma”, alle 19 e alle 20 nell’ambito della mostra per Moro in piazza Grande si svolge “Io non c’ero ancora. Generazioni in piazza a quarant’anni dal caso Moro”, lettura di testimonianze e documenti storici a cura di Santo Marino, della compagnia Peso Specifico Teatro.
FIORI ALLE VITTIME DEL TERRORISMO
Nel giorno dedicato alle vittime del terrorismo, mercoledì 9 maggio, a Modena si svolgono cerimonie commemorative di Aldo Moro e Marco Biagi. Alle 10.30, in largo Aldo Moro, sarà deposta una corona alla stele che ricorda lo statista rapito e assassinato dalle Brigate Rosse dopo l’eccidio degli uomini della scorta in via Fani: Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Domenico Ricci, Oreste Leonardi.
Altri fiori alle 10.45 saranno deposti davanti alla lapide sulla sede della Fondazione Marco Biagi, nel piazzale intitolato al giuslavorista anche lui vittima delle Br, dove alle 11 è previsto l’intervento del sindaco Gian Carlo Muzzarelli.
All’iniziativa, che ricorda le Vittime del terrorismo nel “giorno della memoria dei caduti in tempo di pace” che si commemora ogni anno il 9 maggio, proprio il giorno dell’uccisione di Aldo Moro nel 1978, partecipano anche la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, autorità cittadine e rappresentanti dell’Università e della Fondazione Biagi.
Aldo Moro è stato assassinato dai terroristi delle Brigate rosse a 61 anni, il 9 maggio 1978, 55 giorni dopo il sequestro avvenuto in via Fani a Roma con l’uccisione dei cinque uomini della scorta. Moro era presidente della Democrazia cristiana e si stava recando alla Camera per votare la fiducia al Governo che avrebbe avuto anche il sostegno del Partito comunista. Si trattava della strategia della “solidarietà nazionale” alla quale, in un momento di profonda crisi sociale e politica del Paese, Moro stata lavorando da alcuni anni insieme al segretario del Pci Enrico Berlinguer.
Pugliese, docente universitario di Diritto, con un rapporto di amicizia, nato ai tempi della presidenza degli universitari cattolici, con monsignor Giovanni Battista Montini, poi eletto Papa come Paolo VI, Moro si era impegnato in politica fin da giovane: fu tra i fondatori della Dc e come presidente del Consiglio guidò diversi governi di centro sinistra, e fu ministro degli Esteri, della Pubblica istruzione e della Giustizia.
Ventiquattro anni dopo, il 19 marzo 2002 a Bologna, davanti alla sua abitazione, il giuslavorista Marco Biagi, docente a Modena, fu assassinato da un commando di terroristi appartenenti alle Nuove Brigate Rosse. L’omicidio avvenne un anno prima dell’approvazione della legge da lui promossa e indicata con il suo nome. Docente di Diritto del lavoro in diverse università italiane, a partire dagli anni ‘90 ricoprì numerosi incarichi governativi come consulente di diversi ministeri. Nato a Bologna nel novembre 1950, quando fu ucciso non aveva ancora compiuto 52 anni.
I MODENESI IN PIAZZA GRANDE 40 ANNI FA
Il 10 maggio 1978, all’indomani della notizia dell’assassinio di Aldo Moro per mano delle Brigate Rosse, a Modena si sono fermati le fabbriche, i negozi, i laboratori, gli enti pubblici e le scuole, e circa trentamila persone presero parte a due cortei confluiti in piazza Grande, dove si svolse una imponente manifestazione.
A quella manifestazione densa di emozioni forti, tra inquietudini, sgomento e ferma volontà di difendere le Istituzioni democratiche è dedicata la mostra fotografica “Noi c’eravamo. Modena per Aldo Moro, 40 anni dopo”, a cura di Stefano Bulgarelli dei Musei civici di Modena. L’installazione all’aperto sarà allestita in piazza Grande, sul lato dell’Unicredit, dal 9 al 25 maggio, e resterà sempre visitabile gratuitamente. L’inaugurazione è in programma alle 17.30 di mercoledì 9 maggio con il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Nella mostra sono esposti i suggestivi scatti inediti realizzati da Romano Gualdi affiancati ad altri provenienti dall’archivio fotografico della Provincia di Modena, che esprimono il senso profondo della protesta della cittadinanza di fronte ad un momento buio della storia repubblicana. Una partecipazione collettiva i cui valori si riflettono in un gioco di zoom dal generale al particolare, dallo spazio pubblico ai singoli volti, in quella piazza Grande che nei secoli ha accolto le più significative pagine di vita civica della comunità modenese e che, anche per queste ragioni, nel 1997 è stato iscritto nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
All’imponente manifestazione indetta dal “Comitato unitario per la difesa dell’ordine democratico”, parteciparono cittadini, operai, impiegati, studenti, sindacati, partiti, istituzioni, federazioni artigiane, associazioni imprenditoriali e agricole, partigiane, combattentistiche, femminili e studentesche. Sul palco si alternarono il Consigliere nazionale della Dc Ermanno Gorrieri, il segretario della Dc Giovanni Manzini, il segretario della Uil Giancarlo Dotti, il presidente della Provincia Giovanni Asprea e il sindaco di Modena Germano Bulgarelli. Davanti al sacrario della Ghirlandina fu deposta una corona di fiori dedicata ad Aldo Moro, mentre migliaia di bandiere bianche e rosse si innalzavano assieme verso un cielo carico di pioggia.
In uno spazio dedicato della mostra, intitolato “Noi c’eravamo. noi ci siamo”, sarà collocato un pannello nel quale i visitatori potranno scrivere un loro pensiero su quei giorni e sul terrorismo oggi.
All’esposizione sono collegati due appuntamenti: il primo, il 16 maggio alle 17.30, si svolge alla Galleria Europa al pianto terra di Palazzo Comunale e si intitola “La storia in faccia. Immagini del giorno dopo” con Michele Smargiassi in dialogo con Romano Gualdi. Il secondo, per la notte Bianca del 19 maggio, alle 19 e alle 20 la mostra farà da scenografia per letture di testimonianze e documenti storici a cura di Santo Marino, della Compagnia Peso Specifico Teatro.
La mostra è realizzata dal Comune di Modena-Assessorato alla Cultura, Comitato permanente per la Memoria e le Celebrazioni, Musei Civici, Istituto Storico e Centro Culturale Francesco Luigi Ferrari. Il progetto espositivo e la selezione immagini è a cura di Stefano Bulgarelli dei Musei civici.
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(Immagine: da sinistra Francesca Maletti, presidente del Consiglio comunale di Modena, Gianpietro Cavazza, vicesindaco di Modena e assessore alla Cultura e Scuola, Stefano Bulgarelli, dei Musei civici, curatore della mostra “Noi c’eravamo. Modena per Aldo Moro, 40 anni dopo”)