Nel corso della mattinata, personale della Polizia di Stato in servizio presso la Squadra Mobile di Bologna ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Bologna, dr. Gamberini, su richiesta del Sostituto Procuratore dr. Roberto Ceroni, nei confronti di D.B., 25 anni, originario del Marocco, ritenuto responsabile di violenza sessuale ai danni di una giovane ragazza bolognese.
Era la mattina del 3 novembre dello scorso anno, quando la giovane, appena 17enne, si è presentata presso il locale ospedale maggiore raccontando di essere stata violentata la precedente notte all’interno di un vagone fermo alla stazione centrale.
Le immediate indagini avviate dalla Squadra Mobile di Bologna hanno consentito di appurare che la ragazza la sera precedente, mentre si trovava in piazza Aldrovandi in compagnia di suoi amici, era stata avvicinata da due uomini di origine magrebina, tra i quali vi era il predetto D.B., che avevano iniziato a scherzare e parlare con il gruppetto di italiani. Poco dopo la ragazza si era accorta di non avere più con sé il cellulare, che gli era stato sottratto dall’uomo, il quale, ingannandola, si offrì di aiutarla a rintracciarlo.
Con la scusa della ricerca del cellulare, l’uomo ha attirò la ragazzina all’interno di un vagone abbandonato, in una zona isolata della stazione centrale, dove la costringeva ad avere un rapporto sessuale; la ragazza ha cercato di liberarsi dalla presa dell’uomo, di chiedere aiuto, ma a nulla sono valse le suppliche affinché lo stesso desistesse dal suo intento. Tanto violenta é stata l’azione che la ragazza ha perso i sensi e si é risvegliata la mattina completamente nuda.
Le investigazioni condotte dalle donne e dagli uomini della Sezione Reati contro la persona della Squadra Mobile sono partite dall’escussione dei vari testimoni che erano presenti quella sera in compagnia della ragazza; dalla visione di tutte le telecamere che potessero aver ripreso la copia dalla piazza sino alla stazione centrale, e da una serie di attività tecniche che hanno consentito di individuare l’uomo e raccogliere una serie di elementi probatori che hanno consentito alla autorità giudiziaria bolognese di emettere il provvedimento restrittivo.