Nel Consiglio Comunale del 27.03.18 sarà approvato, da PD e Art. 1, una variante del regolamento urbanistico edilizio (RUE) che finalmente da la possibilità di avviare a recupero alcuni edifici rurali che, essendo stati penalizzati dagli strumenti urbanistici precedenti, si trovano in larga parte cadenti, con grave danno economico ed estetico.
La variante origina però da un bando che è stato aperto solo per 30 gg, tra giugno e luglio 2017, e in pochi hanno potuto aderire.
Inoltre il requisito che dà facoltà di accedere alla modifica del vincolo di tutela è possibile solo per gli immobili con “crolli evidenti”, determinando l’esclusione di un gran numero di richieste per edifici ugualmente fatiscenti, con grave e surrettizia iniquità di trattamento che non possiamo condividere.
Viene inoltre stabilita una forte penalizzazione del numero di appartamenti che si possono ricavare dalla ristrutturazione di uno stabile rurale, definendo un divisore pari a 160 mq con arrotondamento per difetto. Ovvero se un cittadino deve ristrutturare un immobile di 319 mq, potrà fare un solo appartamento, rendendo quindi queste ristrutturazioni rurali possibili solo per super ricchi, e totalmente al di fuori di ogni compatibilità economica che non sia di nicchia.
Purtroppo si conferma una volontà politica che “dice di fare” ma poi redige norme che continuano a chiudere nella pratica creando anche evidenti e dubbie sperequazioni.
Ricordo che fu una importante battaglia della Lista Civica Per Cambiare, già in fase di prima adozione/approvazione del RUE (2010-2013), la riduzione delle restrizioni per gli edifici rurali, tutti vincolati fin dal piano regolatore del 1996.
Un blocco creato in modo assurdo su tutto tale patrimonio edilizio, che ne ha mandato in malora una gran parte, con l’unica logica di favorire la nascita di nuove quartieri urbani a spesa di terreni agricoli vergini.
L’operazione equa che chiediamo da anni, e che non viene attuata da questa Amministrazione, è quella di rivedere immediatamente tutti i vincoli urbanistici per ogni edificio rurale in base alle sue proprie caratteristiche.
Restiamo poi allibiti per quanto dichiarato sui giornali dai consiglieri Alboresi e Gelmuzzi che vantano “il mantenimento ad area pubblica per le Ex scuole Carducci”, quando entrambi hanno votato sia il RUE del 2013, voluto dal sindaco Richeldi, che ha passato l’area ad edificabilità residenziale privata, sia la variante voluta dalla Costi nel 2015 che ha promosso la realizzazione di 8 ville di lusso, e infine l’adozione della variante attuale espressa nel dicembre scorso.
Solo la sollevazione popolare attivata dalle ns. iniziative, da quelle di tutte le opposizioni, dall’impegno del Comitato dei Cittadini, ha bloccato l’iniziativa, ed ora vengono finalmente accolte le due osservazioni presentate da Lista Civica Per Cambiare e da Comitato No Vendita Ex Carducci che prevede il ripristino della destinazione ad usi pubblici dell’area in oggetto.
Rifarsi la “verginità” abbisogna di iniziative meno rozze e meno falsanti la realtà dei fatti.
Siamo felici per i cittadini formiginesi che mantengono a patrimonio pubblico un’area centrale e unica del paese, mentre NON CONCORDIAMO assolutamente con la volontà dell’Amministrazione di abbattere tutto l’edificio compreso la parte storica, che costituisce una potenzialità unica da valorizzare insieme all’adiacente Parco delle Tre fontane.
Formigine 26.03.18
Lista Civica Per Cambiare, Paolo Bigliardi