Duecento opere in concorso. Lavori dedicati al reportage d’inchiesta di grande attualità, dalla violazione dei diritti umani alla crisi del sistema bancario italiano, dalle mafie alla corruzione, con anche lavori dedicati a quasi tutti gli scenari internazionali di crisi. E c’è tempo fino al prossimo 29 marzo per partecipare a DIG Pitch, la categoria di concorso riservata ai progetti in fase di sviluppo o pre-produzione, all’interno di DIG AWARD 2018 – dall’1 al 3 giugno a Riccione – il festival internazionale dedicato al giornalismo d’inchiesta, un osservatorio prezioso sulle tendenze dell’informazione internazionale e del giornalismo investigativo.
In palio 15 mila euro e la possibilità di entrare in contatto con importanti produttori internazionali. La scelta di quali opere portare in finale spetta a un team di giornalisti, direttori, produttori, guidati dal reporter statunitense Jeremy Scahill, vincitore per due volte del George Polk Award, prestigioso premio giornalistico americano e cofondatore di The Intercept, testata impegnata in inchieste di rilevanza internazionale.
Da qualche giorno si sono appunto chiuse le iscrizioni al DIG Awards 2018, i premi internazionali dedicati alle inchieste e reportage video i cui vincitori verranno annunciati durante il prossimo DIG Festival. In concorso ci sono oltre 200 opere, che affrontano i temi più vari: la violazione di diritti umani e civili con particolare riferimento a donne e bambini, le dinamiche dell’economia globalizzata e la crisi del sistema bancario italiano (anche vista dall’estero). Per gli autori italiani si conferma centrale la riflessione su mafie, corruzione e sfruttamento del lavoro mentre in ambito europeo si riduce leggermente il numero dei reportage dedicati ai migranti, con un’attenzione rivolta più ai nuovi ghetti d’Occidente che ai flussi migratori. In generale, colpisce l’ampio spettro dei Paesi indagati. L’attenzione dei reporter si concentra su tutti gli scenari di crisi più noti degli ultimi anni (Siria, Yemen, Niger, Sud Sudan, Turchia, Ucraina) ma si allarga anche ad altri terreni di tensione (Kurdistan, Bangladesh Venezuela, Cipro) e Paesi in particolare fermento (Brasile, Kenya, Mongolia).
Le opere presentate confermano la grandissima attenzione riservata al linguaggio dell’inchiesta dai network dell’Europa occidentale (Germania, Francia, Scandinavia, Svizzera) e dei Paesi anglosassoni (Regno Unito, Stati Uniti, Australia). Continua a crescere il numero delle opere prodotte nel mondo arabo e in Sudamerica, e si affacciano sulla scena Paesi di produzione finora poco rappresentati in concorso: la Serbia, l’Ucraina e, a sorpresa, anche quella Turchia in cui i giornalisti vedono sempre più minacciata la loro libertà. Per quanto riguarda l’Italia, si registra la varietà delle testate iscritte: si va dai telegiornali (RaiNews24, Tg3, SkyTg24) ai programmi di approfondimento (Bersaglio mobile, Le Iene, Nemo, Piazzapulita, Presa Diretta, Report), dalle emittenti televisive (Rai 1, Tv2000) ai giornali online (Fanpage), fino alle edizioni online di quotidiani e periodici (Corriere della Sera, il Fatto Quotidiano, la Repubblica, l’Espresso, Vice Italia).
Rispetto all’edizione 2017, si uniscono al team dei DIG Awards quattro nuove giurate, provenienti da altrettanti Paesi: l’israeliana Galia Bador, direttrice di Docaviv, festival del documentario di Telaviv; la canadese Claudine Blais, produttrice esecutiva di Enquête, programma investigativo della tv pubblica Société Radio-Canada; la tedesca Juliana Ruhfus, senior reporter del programma di Al Jazeera English People & Power; la danese Pia Thordsen, giornalista di TV2 Denmark e cofondatrice dell’associazione panaraba di giornalismo investigativo ARIJ. Sono inoltre riconfermati sette precedenti giurati: Alexandre Brachet, fondatore dell’agenzia di produzione francese Upian; Riccardo Chiattelli, direttore di laeffe; Nils Hanson, giornalista di punta della tv svedese SVT; Marco Nassivera,direttore dell’informazione per l’emittente franco-tedesca Arte; Alberto Nerazzini, giornalista freelance già a Report e Anno Zero; Andrea Scrosati, executive vice president programming di Sky Italia; Morten Møller Warmedal, responsabile della sezione documentari dell’emittente norvegese NRK.
DIG Awards e DIG Festival sono iniziative promosse dall’Associazione DIG, dal Comune di Riccione e dalla Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna.
Per informazioni: www.dig-awards.org/it info@dig-awards.org