Prosegue – dopo la tappa, lo scorso fine settimana, al G7 Agricoltura di Bergamo e con l’avvio degli incontri con il sistema della ricerca, del lavoro e dell’impresa dell’Agrifood reggiano – il percorso avviato a fine settembre a Reggio Emilia con i giorni di Agripride 2017, il meeting internazionale dedicato all’agricoltura, all’alimentazione e all’ambiente, che si è svolto con la partecipazione del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, dei rappresentanti delle associazioni agricole e di numerosi imprenditori del settore, dei Consorzi dei prodotti tipici, di esperti di rilievo internazionale, con il contributo scientifico di Crpa e Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, e la ‘regia’ del Comune.
L’esperienza reggiana è infatti approdata alla discussione del G7 all’interno del convegno Agrogeneration, avvenuto all’Università di Bergamo, dedicato al futuro del cibo, organizzato da Future Food in collaborazione con Fondazione Feltrinelli. Il caso di Reggio Emilia è diventato la base per un’ampia discussione attorno al ruolo che le città devono giocare per ridare all’agroalimentare la centralità che merita nei piani di sviluppo locale. E’ emersa la necessità di rendere il territorio una piattaforma in grado di riconoscere e abilitare gli attori in grado di creare cambiamento, investendo in programmi educativi che operino un’opzione chiara e netta sull’agroalimentare come punto distintivo su cui investire.
Durante il convegno è stato delineato inoltre il percorso di lavoro che porterà alla definizione di un Manifesto dedicato alle città di medie dimensioni che hanno intenzione di ridisegnarsi sulla base di un ‘futuro agricolo’.
Nel Manifesto, che sarà co-elaborato e firmato dagli attori reggiani per poi essere divulgato a livello europeo, troveranno spazio linee guida su come arrivare alla definizione di politiche a sostegno delle nuove generazioni di agricoltori, dell’innovazione tecnologica e dell’investimento nella cultura agroalimentare come veicolo per una maggiore consapevolezza di ciò che si produce e si mangia.
“Siamo molto contenti del fatto che Reggio Emilia, dopo la realizzazione molto positiva dell’Agripride, abbia avuto l’opportunità di rilanciare nella prestigiosa sede internazionale del G7 il ruolo delle città di medie dimensioni, che si trovano a governare uno sviluppo che sia armonico, tra ampie zone rurali e aree a forte densità abitativa e industriale – dice l’assessore allo Sviluppo economico Daniele Marchi – L’errore sarebbe ora ‘sedersi sugli allori’: infatti è il tempo di rimboccarsi le maniche, proseguendo sulla strada intrapresa, creando con il mondo agricolo non solo una governance efficace, che è fondamentale, ma anche idee e progetti innovativi sulla gestione e valorizzazione dell’agrifood. Abbiamo molto di buono sul piano sociale, culturale, economico e della ricerca, basato su tradizioni solide. Ma se non si innova, se non ci si sforza di guardare oltre l’oggi e di fare ricerca condividendone gli esiti e traducendoli in opportunità per tutti, si perdono posizioni e si appannano anche le tradizioni su cui le nostre competenze distintive si basano. Per questo, dopo Agripride e G7, avvieremo dai prossimi giorni il lavoro con il mondo agricolo. La città comincia così a porsi in un rapporto nuovo e di maggiore riferimento e dialogo con il mondo che le sta intorno, quello splendido e vitale dei campi”.
Posta nel cuore di una delle aree a più alta intensità produttiva in Europa, Reggio Emilia – attivatrice attraverso l’Amministrazione comunale di scelte innovative quali la Variante in Riduzione per la riconversione di terreni edificabili alla originaria destinazione agricola, azioni per la tutela e la promozione del lavoro agricolo e l’esperienza sociale degli orti urbani, arricchita dalla partecipazione a Expo Milano 2015 con una serie di temi legati all’Agricoltura, all’Alimentazione e all’Ambiente – ha posto infatti al G7 Agricoltura il tema della sostenibilità ambientale grazie a storie e progetti dove economia, sviluppo sociale e integrazione non rappresentano solo punte di innovazione, ma esperienze radicate nella memoria e nel tessuto connettivo della comunità.
Fra le possibili linee di lavoro evidenziate al fine del rilancio del ruolo guida delle città medie nello sviluppo dell’Agricoltura, che saranno dai prossimi giorni al centro del lavoro dei rappresentanti del mondo agro-alimentare e della ricerca a Reggio Emilia e che sono state evidenziate al convegno nell’ambito del G7, vi sono:
– Accettazione sociale reciproca tra città e campagna con la progettazione di meccanismi di conoscenza, integrazione e inclusione. Dai conflitti sugli usi degli spazi all’idea di territorio comune con un bilanciamento di diritti e doveri.
– Nuova governance, forte ruolo dei Comuni di medie dimensioni in armonia con la programmazione e le competenze regionali: l’agricoltura di nuovo al centro dello sviluppo economico dei territori.
– Logistica e organizzazione delle forniture, per elaborare piani di azione per lo sviluppo di una mobilità e di una rete di distribuzione logistica a servizio dell’agricoltura locale, per svilupparne le filiere e favorirne la competitività.
– Incentivare le produzioni locali, organizzare modalità di incontro domanda-offerta capaci di incrementare il consumo di prodotti locali.
– Pratiche di agricoltura sostenibile: sviluppare innovazioni produttive finalizzate alla sostenibilità ambientale, alla conservazione delle risorse naturali e alla tutela della biodiversità.
– Nutrizione, scuola e salute: educazione a una nutrizione corretta e sostenibile, a cominciare dalla scuola.