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Franchini, CNA-Fita: furto di identità on line, caso archiviato nonostante l’individuazione del Pc

E’ stata formalmente archiviata dalla Procura di Modena l’indagine che prese il via in seguito alla denuncia presentata da Cinzia Franchini per un furto di identità. Era giugno 2015 quando il nome e il volto della Presidente nazionale degli autotrasportatori artigiani della CNA-Fita apparve su un sito internet di incontri con relativa newsletter che raggiunse migliaia di persone.

Un annuncio falso, grave e diffamatorio anche in considerazione dell’attività di rappresentanza di cui si occupa la presidente Franchini da 6 anni di fronte al quale l’imprenditrice sporse denuncia  per i reati di furto di identità e diffamazione alla Polizia Postale di Modena. Denuncia presentata e nome proprio e anche per conto dell’associazione da lei presieduta, la CNA-Fita.

Dopo quasi due anni di indagine per risalire all’autore di quel furto di identità e diffamazione, gli investigatori hanno individuato, alcuni mesi fa, il Pc dal quale venne pubblicato quell’annuncio su un sito di incontri e hanno identificato l’intestatario della connessione internet, un giovane uomo della provincia di Catania, ingegnere informatico. Si tratta di un computer connesso a internet presente in una abitazione privata. L’intestatario di quella connessione il 19 dicembre 2016 è stato sentito dalla Polizia Postale di Catania e ha effettivamente confermato di essere il titolare della connessione, ma di non sapere nulla di quell’annuncio. ”La password è nella disponibilità di tutti i componenti del mio nucleo familiare – ha detto il catanese davanti agli agenti di Polizia -. Tutti i componenti della mia famiglia hanno accesso alla connessione in questione così come i parenti, gli amici miei e i fratelli che sono usi connettersi da casa mia utilizzando la connessione citata. Non ho quindi contezza di chi utilizzi la connessione e quale attività svolga, perché io la uso solo nelle ore serali”. Tanto è bastato per l’archiviazione.

La Presidente nazionale Cinzia Franchini: “Oggi mi sento in dovere di ringraziare formalmente il comandante della Polizia Postale di Modena e con lui tutti gli agenti del Compartimento che immediatamente dopo la mia denuncia, con grande professionalità, sono riusciti a ricostruire l’accaduto fino ad individuare il computer da cui è partita la diffamazione. Un riscontro questo non marginale, più unico che raro. – Prosegue la Franchini – Il fatto che questa azione diffamatoria sia stata concepita e messa in atto in quella stessa provincia di Catania dove io e la mia Presidenza abbiamo mantenuto con determinazione e fermezza una posizione di aperto contrasto, fino nelle aule di Tribunale, alle infiltrazioni mafiose nel settore dell’autotrasporto, non può che confermare come e quanto questo nostro agire sia stato giusto ed efficace”.

















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