Picco di chiamate al 118, a partire dalle 7 di stamattina, per traumi legati al “gelicidio”, fenomeno per cui le gocce di pioggia si congelano rapidamente a contatto degli alberi e del suolo. Ma le Aziende sanitarie, già nella giornata di ieri, in seguito all’allerta della Protezione civile, avevano disposto un aumento dei mezzi e delle strutture a disposizione per l’emergenza-urgenza.
“Si è trattato di una situazione eccezionale, affrontata con il massimo impegno da parte di tutti – ha commentato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. In primo luogo dai nostri professionisti, rientrati spesso dai turni di riposo per garantire un’adeguata e tempestiva risposta ai cittadini, dimostrando anche in quest’occasione la straordinaria dedizione che li contraddistingue. Per questo, desidero ringraziarli”.
Le condizioni meteo avverse hanno provocato, nell’area compresa tra le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma, un abbassamento della temperatura sotto lo zero e causato un diffuso gelicidio. Nelle due Centrali operative 118 Emilia Est ed Emilia Ovest, fra le 7 e le 10 di questa mattina, le chiamate sono state oltre cinque volte quelle della stessa fascia oraria del giorno prima, con un incremento del 550%: nel complesso, le chiamate per traumi hanno raggiunto quota 753. Per quanto riguarda la tipologia delle richieste di soccorso, la maggior parte è stata causata da patologie di natura traumatica di media e bassa gravità. Non sono stati registrati interventi critici (codici rossi) legati alla condizione climatica di oggi.
Per far fronte all’evento, già da ieri era stato previsto un potenziamento delle ambulanze (95 in più), ottenuto in parte dedicando alle attività di emergenza mezzi normalmente utilizzati per i trasporti non urgenti. Anche il personale delle Centrali operative è stato potenziato, per garantire una ricezione tempestiva delle chiamate, prevedendo, per le due Centrali, 36 operatori in più.
La situazione meteo-climatica ha quindi generato un forte aumentato degli accessi alle strutture di Pronto Soccorso, con incrementi compresi fra il doppio degli accessi traumatici medi e punte di 5.6 volte la media (come è accaduto all’ospedale Sant’Orsola).
Anche in questo caso sono stati messi in campo interventi di potenziamento massiccio, con raddoppio o triplicazione delle strutture sia per l’accoglienza, che per gli ambulatori – soprattutto ortopedici, comprese le sale gessi -, che per la diagnostica radiologica urgente. Si è trattato prevalentemente di traumi di entità medio lieve, che non necessitano di ricovero, ad eccezione delle fratture che richiedono un trattamento chirurgico: per affrontarle sono state potenziate le attività delle sale operatorie ortopediche di tutti i territori interessati.