“Un concreto passo avanti nella semplificazione che lascia agli imprenditori tempo e risorse per dedicarsi alla gestione dell’impresa.” E’ il commento del Presidente di Coldiretti Modena, Francesco Vincenzi, all’approvazione definitiva del Testo Unico sul vino deliberato in via definitiva dal Parlamento a distanza di oltre due anni dall’avvio dei lavori d’aula.
“Non era più possibile che un imprenditore perdesse 100 giornate di lavoro ogni anno per dedicarsi agli adempimenti burocratici. La nuova norma, che taglia del 50% il tempo da dedicare alla carta, è uno strumento indispensabile per le imprese agricole che hanno bisogno delle condizioni e dei mezzi adatti per fare reddito nella piena libertà delle scelte imprenditoriali”.
Dal vigneto alla bottiglia l’attuale normativa – ricorda Coldiretti Modena – rendeva necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgono 20 diversi soggetti. Una vera boccata d’ossigeno per le oltre 3500 aziende vitivinicole modenesi che con 6.500 ettari di vigneto producono 1.100.000 ettolitri di vino e tengono altro il nome di Modena nel mondo con il Lambrusco (che gode del riconoscimento di ben di tre denominazioni di origine DOP, Sorbara, Castelvetro e Salamino) senza dimenticare il vino “Modena DOP” e le due denominazioni IGP (indicazione geografica protetta) del “Bianco di Castelfranco Emilia” e “dell’Emilia”.
Il Testo Unico – sottolinea la Coldiretti modenese – porta finalmente alla semplificazione delle comunicazioni e adempimenti a carico dei produttori, revisione del sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine ed indicazione geografica con un contenimento dei costi, alla revisione del sistema sanzionatorio, l’introduzione di sistemi di tracciabilità anche peri i vini a IGT e norme per garantire trasparenza sulle importazioni dall’estero. Un risultato di una lunga mobilitazione per liberare le energie del settore più dinamico del Made in Italy agroalimentare che ne rappresenta peraltro la principale voce dell’esportazione – continua Coldiretti – nel sottolineare che con la semplificazione si sostiene la competitività di un settore che in Italia offre opportunità di lavoro ad 1,3 milioni di persone. Secondo uno studio della Coldiretti la raccolta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2) industria trasformazione, 3) commercio/ristorazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) trasporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) accessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benessere/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie. Sulla base delle previsioni dell’Organizzazione Mondiale della vite e del vino (OIV) l’Italia – rileva la Coldiretti – è il principale produttore mondiale di vino nel 2016 con 48,8 milioni di ettolitri (-2%), mentre al secondo posto si colloca la Francia con 41,9 milioni di ettolitri (-12%) e la Spagna al terzo con 37,8 milioni di ettolitri (+1%). Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento – precisa la Coldiretti – ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola con 650mila ettari di vigne e oltre 200mila aziende vitivinicole. Nel 2016 – conclude la Coldiretti – crolla la produzione mondiale di vino che fa segnare nel 2016 un calo del 5% per un totale stimato in 259,4 milioni di ettolitri, tra i livelli più bassi dal 2000.