Sono oltre 30 mila i lavoratori modenesi interessati al nuovo contratto nazionale dei metalmeccanici firmato l’altro giorno a Roma dai sindacati Fim, Fiom e Uilm con Federmeccanica e Assistal.
«Dopo anni di divisioni laceranti, abbiamo ritrovato l’unità sindacale nell’interesse dei lavoratori – ha dichiarato Giorgio Uriti, segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale, al consiglio generale della categoria che si è riunito oggi a Modena per analizzare e commentare il rinnovo contrattuale – Quello che abbiamo sottoscritto è un contratto centrato su elementi nuovi o rinnovati che muteranno profondamente ruolo, partecipazione, competenze e riconoscimento della professionalità dei lavoratori nelle aziende. Insieme a salute e sicurezza, il diritto soggettivo più importante per tutti i metalmeccanici diventa quello della formazione, a partire – ha spiegato Uriti – da una campagna di recupero del gap di competenze digitali.
Il welfare integrativo assume un peso, anche economico, molto importante e si affianca al salario.
Sono potenziate sia Metàsalute (l’assistenza sanitaria integrativa riconosciuta a tutti i lavoratori metalmeccanici e ai loro familiari a carico, anche ai conviventi) sia Cometa (la previdenza integrativa), che vede aumentare il contributo a carico dell’azienda dall’1,6% al 2% per incentivare uno strumento fondamentale per le pensioni del futuro, soprattutto per i giovani.
Infine, fermo restando il valore fondamentale del contratto nazionale, – ha concluso il segretario generale della Fim Cisl Emilia Centrale – si diffonde la contrattazione di secondo livello per aumentare la produttività e valorizzare il contributo dei lavoratori».