Forse non tutti sanno che al Parlamento europeo le lingue ufficiali sono ben ventitré. Tutte le lingue dei Paesi membri infatti sono considerate come ufficiali: questo significa che tutti i documenti parlamentari sono pubblicati in tutte le lingue e ciascun deputato ha il diritto di esprimersi nella propria lingua madre. Ce ne parla Tiziano Motti, europarlamentare della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, per cui a Strasburgo il multilinguismo è uno strumento di trasparenza. “A prima vista può sembrare una situazione un po’ caotica con tutte queste lingue, ma il principio del multilinguismo è assolutamente valido se consideriamo che il lavoro che svolge il Parlamento europeo dev’essere accessibile a tutti i cittadini che lo eleggono”. Non è così nelle altre istituzioni comunitarie, come la Commissione e il Consiglio, ma il motivo della differenza è abbastanza evidente: i deputati rappresentano i cittadini e i cittadini non sono per forza tenuti a conoscere più di una lingua.
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