“Nonostante i proclami degli istituti di credito analizzando il trend dei prestiti alle imprese e dei relativi tassi di interesse si conferma un ritardo della ripresa del credito al sistema produttivo e in particolare alle imprese di piccola dimensione”. Il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli commenta osì i dati di andamento del credito analizzati dal Centro Studi di Confartigianato.
A luglio 2016 i prestiti alle società non finanziarie – escluse le famiglie produttrici – scendono dello 0,5%, mentre sono in positivo a +1,4% i prestiti alle famiglie. Anche il volume dei nuovi prestiti alle imprese, dopo il ciclo positivo dello scorso anno, torna in territorio negativo e nei primi sette mesi del 2016 segna una flessione del 6,6%. L’analisi degli ultimi dati disponibili per classe dimensionale di impresa a maggio 2016 evidenzia i prestiti alle imprese medio-grandi in aumento dello 0,5% mentre persiste il calo (-1,6%) dei prestiti alle imprese con meno di 20 addetti. Sul fronte della qualità del credito un segnale positivo proviene dalla stabilizzazione delle sofferenze sui prestiti alle imprese: a luglio 2016 lo stock di sofferenze relative al credito alle imprese è pari a 156,9 miliardi di euro, pari al 17,9% dei prestiti lordi, ed è stabile rispetto allo stesso mese del 2015 mentre un anno prima registrava un aumento del 14,4%. Più deteriorata la situazione creditizia delle Costruzioni, settore in cui le sofferenze rappresentano il 30,9% dei prestiti lordi, seguite dai Servizi ed altri con il 15,7% e dal Manifatturiero con il 14,8%.
Il trend dei prestiti all’artigianato a marzo 2016, dati resi disponibili grazie alla collaborazione con Artigiancassa, indicano a marzo 2016 uno stock, comprensivo delle sofferenze, concesso alle imprese artigiane di 44 miliardi di euro ed in diminuzione in un anno di 2,9 miliardi, pari al -6,1%, flessione più accentuata rispetto a quella delle piccole imprese fino a 20 addetti. A marzo 2016 l’artigianato rappresenta il 5,0% del totale dei prestiti alle imprese, ma nell’ultimo anno il calo di 2,9 miliardi di euro del comparto spiega per il 12,9% della diminuzione complessiva di 22,3 miliardi di euro rilevata per i prestiti al totale delle imprese.
“In quattro anni da marzo 2012 a marzo 2016 i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente di un quinto, siamo a -19,1% – prosegue Marco Granelli – questo vuol dire che i nostri artigiani hanno potuto contare su 10,3 miliardi di euro in meno, un calo doppio rispetto a quello registrato dal totale imprese, -9,8%”. La flessione del credito all’artigianato a marzo 2016 è diffusa in tutte le regioni: il calo meno accentuato è quello della Valle d’Aosta dove si registra un -3,1%, seguita dal Molise con il -2,8% e dal Friuli-Venezia Giulia con il -3,2 %. Anche in tutte le province si registrano flessioni, di cui 44 sono superiori alla media e nel dettaglio in 36 province si rileva un trend dei prestiti stabile o in miglioramento rispetto al trimestre precedente mentre nelle restanti 74 si rileva un trend in peggioramento.
Nell’ultimo anno il calo più accentuato dei prestiti all’artigianato tra le Regioni del Nord è quello dell’Emilia-Romagna (-7,8%) rispetto al dato nazionale (-6,1%) e ad altre regioni confinanti : Lombardia (5,2%), Piemonte (-4,8%), Veneto (-6,9%), Toscana (-4,6%). “Sono dati che risentono del crollo degli incentivi regionali alla nostra categoria – spiega Granelli – ed anche del mancato rifinanziamento di leggi specifiche per il settore, come la legge 1/2010, inoltre scontiamo anche le difficoltà ad accedere ai bandi del Por-Fesre 2014-2020 tarati per imprese medio-grandi”.
A livello provinciale i cali più vistosi sono a Ferrara (-12,3%), Forlì-Cesena (-12%) e Ravenna (-8,2%); mentre sono in linea con la media nazionale Bologna (-6,8%), Modena (-7%), Parma e Piacenza (-6,4%), Reggio-Emilia (-5,6%) e Rimini (-6,8%).