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Torna a Nonantola la manifestazione dedicata a Gino Friedmann, fondatore nel 1922 della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali

premiazione2015Il vino delle cooperative è una parte essenziale del nostro comparto vitivinicolo. Un filiera che non delocalizza, conserva e tutela l’ambiente, reinveste gli utili sul proprio territorio. Le 493 cantine cooperative italiane valgono, 4,3 miliardi di euro di ricavi e 1,8 miliardi di export. Sono il 52% del vinificato complessivo delle Dop e il 65% delle Igp (ISMEA). Tra loro due colossi come Cantine Riunite-Give e l’emiliana Caviro. Nel 2015 hanno fatturato rispettivamente 547 e 300 milioni di euro. Cifre abituali per gli osservatori economici ma il nuovo dato, per consumatori e appassionati del vino, è come si siano lasciati ormai alle spalle un passato fatto solo di grandi numeri e offrano vini di altissima qualità e di piena espressione dei loro territori.

Ai migliori vini nati tra filari e cantine delle cooperative tricolori, è dedicata la quarta edizione del “Gran Premio Vino della Cooperazione – Gino Friedmann”, in programma a Nonantola (MO) il 24 (Sala dei Giuristi del palazzo della Partecipanza Agraria, ore 16.00), in occasione della 18° rassegna del mosto cotto “Sòghi, Saba, Savòr” (24 e 25 settembre). A organizzare l’Oscar della cooperazione, grazie alla collaborazione del Comune di Nonantola e la Partecipanza Agraria di Nonantola, è l’associazione “ÆMILIA Storie di territori e di comunità”. Realtà nata per la valorizzazione della storia e del patrimonio culturale di territorio e comunità emiliano-romagnole.

A valutare i vini provenienti da 11 realtà cooperative, (Cantina Tollo, Cevico, Cantina S.Croce, Cantina di Carpi e Sorbara, Cab, Cantine Riunite, Cantina Formigine Pedemontana, Vini San Nicola, CVA, Valtidone, Cantina Valpolicella Negrar) una giuria capitanata da una delle firme del giornalismo enologico Giorgio Melandri e composta dai wine writer e degustatori: Aldo Fiordelli, Alessandro Bocchetti e Paolo Trimani. Quattro le tipologie di riconoscimenti, riservate alle tre migliori etichette di ogni categoria: vini più fedeli alla tradizione, più interessanti nel rapporto qualità/prezzo, più rappresentativi del loro territorio, e “Gran Premio Gino Friedmann” a quelli ritenuti di maggiore livello, indipendentemente da vitigni o vinificazione.

“Sono spesso le cooperative a garantire la filiera del vino in Italia dando futuro ad una tradizione che è valore simbolico, identità, paesaggio. Oggi lo fanno con una qualità sempre maggiore, con ambizione, orgoglio e senso di appartenenza – commenta Giorgio Melandri – Il racconto del vino italiano deve passare anche da qui, deve narrare questa grande storia e i suoi protagonisti, deve portarli al centro della scena e applaudirli con riconoscenza. Per fare questo, il premio Friedmann è uno strumento straordinario.”

“Lo scorso anno avevamo in concorso 9 cantine sociali dell’Abruzzo, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto. Quest’anno siamo saliti a 11 presenze -–spiega Pamela Tavernari dell’associazione ÆMILIA– siamo l’unica manifestazione interamente dedicata al mondo cooperativo. Non è quindi casuale che a Nonantola arrivino realtà come la “Cantina Valpolicella Negrar” considerata dalla la rivista tedesca Weinwirtschaft, la miglior cooperativa vitivinicola italiana, l’abruzzese “Cantina Tollo” alfiere di vini bio e a certificazione vegana, o la “Cantina Sorbara” che con i suoi 1.200 produttori crea un Lambrusco, dedicato a Gino Firedman ultra premiato da tutte le guide enologiche”.

A completare il programma AIS offrirà in degustazione al pubblico, per i due giorni della sagra, le etichette dei vini iscritte al concorso. Sempre nelle giornata di sabato, presentazione della ristampa dell’opuscolo di Gino Friedmann “Scopi, importanza e funzionamento delle Cantine Sociali in Italia” edito la prima volta nel 1926 e inaugurazione della mostra fotografica, “Gino Friedmann e le cantine sociali”.

 

GINO FRIEDMANN

Sindaco di Nonantola nella seconda metà degli anni ’20, promosse nel 1913 la fondazione della Cantina Sociale del paese, a cui seguirono quella di Formigine nel 1920, di Settecani nel 1922 e nel 1923 quelle di Modena, di Sorbara, di Limidi. Friedamann incoraggiò e sostenne nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali di cui assunse la presidenza. Mentre, nel 1943, contribuì a nascondere in una villa 73 ragazzi e 18 adulti di religione ebraica, salvandoli dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti.

 

















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