“Si calcola che i lavoratori che prestano opera con i voucher in Emilia-Romagna siano almeno 162.000, un popolo di precari , soprattutto giovani, donne e migranti che sono costretti a lavorare per 7,5 euro netti (10 euro lordi) all’ ora, ma senza alcuna tutela o diritti, come: la malattia, la disoccupazione , le ferie etc… Per non parlare del lavoro nero che si intreccia con l’utilizzo dei voucher , corrisposti sempre più spesso in minima parte (il resto brevi manu) e a saldo di un compenso comunque inferiore al dovuto, magari di 5/6 euro all”ora. Così non si può andare avanti. E’ necessario rivedere il sistema”.
E’ questa la denuncia di Tullia Bevilacqua, segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, il sindacato da sempre in prima linea contro il lavoro nero, il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori.
Dal 2008 al 2015, due milioni e mezzo di lavoratori italiani sono stati pagati con 277 milioni di voucher Inps da 10 euro lordi , ovvero 7,5 euro netti, corrispondenti al compenso minimo di un’ora di lavoro.
L’utilizzo dei voucher è dilagante in alcuni settori, come quello del Turismo, della Ristorazione , del Commercio dei Servizi.
“Il ricorso alle retribuzioni con ticket orario è particolarmente rilevante nelle aree del Paese a forte trazione turistica, dove il comparto del lavoro stagionale muove l’economia. Come in Emilia-Romagna, in particolare nella costa ravennate, dove nel 2015 i buoni lavoro sono stati oltre un milione e mezzo, o nel riminese e nella provincia di Forlì-Cesena, i cui voucher, insieme, superano quelli di un’intera area industriale e manifatturiera come quella modenese. E dietro i voucher può celarsi non soltanto la forma estrema del precariato ma anche quella del lavoro nero e dello sfruttamento. Prova ne è che – come conferma la banca dati dell’Inps – nel 2015 a fronte della vendita complessiva in tutta Italia di 115.079.713 voucher ne sono stati riscossi solo 87.981.801, con una differenza di quasi 30 milioni di voucher di lavoro prenotato e non riscosso. Ovvero , ben 300 milioni di euro, 600 miliardi di vecchie lire, non sono stati mai pagati ai voucheristi. A riprova che ricatto, lavoro sottopagato o lavoro nero, sono pratica sempre più corrente”: aggiunge citando i dati il segretario regionale dell’ Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.
Nel corso degli anni i cosiddetti “buoni lavoro” hanno conosciuto un vero e proprio boom, passando dalle 24.437 persone del 2008 al 1.392.906 del 2015, il 31% delle quali under 25, giovani costretti a cogliere ogni opportunità per portare a casa un po’ di soldi a fine mese.
“Questo strumento era nato per contrastare la piaga endemica del lavoro nero e per contrastare il problema della disoccupazione giovanile, ma tutto ci conferma ai giorni nostri che gli strumenti messi in campo dagli ultimi governi (il governo Monti/Fornero in primis ed anche il governo Renzi, soprattutto) rendono più incerti gli occupati e creano un danno considerevole alle imprese oneste , visto che sono in aumento i casi di datori di lavoro disonesti che chiedono indietro quasi tutti i voucher , limitandosi a pagare il lavoratore con un compenso forfettario e in nero e inferiore al dovuto , provvedendo successivamente a farsi rimborsare dall’Inps l’intero volume dei ‘buoni lavoro’ inutilizzati.”: è la denuncia del segretario regionale Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.