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Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto mercoledì 13 aprile alla Fondazione San Carlo

Mons-Bruno-ForteMercoledì 13 aprile proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5) le lezioni del ciclo dedicato al tema Redenzione. Salvezza individuale e sociale nelle religioni, ideato dal Centro Studi Religiosi. Bruno Forte presenta la conferenza dal titolo Il volto della misericordia. Grazia e salvezza nell’annuncio cristiano del Giubileo.
Monsignor Forte è Arcivescovo di Chieti-Vasto e membro dei Pontifici Consigli per la Cultura, per l’Unità dei Cristiani e per la Nuova Evangelizzazione. È stato professore di Teologia dogmatica alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi della CEI ed è stato nominato da papa Francesco segretario speciale della III Assemblea generale straordinaria (2014) e della XIV Assemblea generale ordinaria (2015) del Sinodo dei Vescovi. All’attività pastorale accompagna una riflessione teologica che, attraverso il costante confronto con la filosofia, ha affrontato il rapporto tra fede, divenire storico e mondo contemporaneo. Tra le sue pubblicazioni: Simbolica Ecclesiale. Una teologia come storia (Cinisello Balsamo 1981-1996, 8 voll.); La trasmissione della fede (Brescia 2014); La via della Croce (Brescia 2015); Lettere dalla collina. Sulla fede e l’esperienza di Dio (Milano 2015); La Chiesa di papa Francesco e la famiglia. Con i testi del Sinodo (a cura di, Brescia 2015).
Misericordia – scrive Papa Francesco – è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro (…). Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre, nonostante il limite del nostro peccato» (Misericordiae Vultus, Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia, 11 Aprile 2015, 2).
La lezione prende le mosse dall’esame dei fondamenti biblici della concezione della “misericordia”. L’ebraico biblico, che dispone di un numero molto limitato di parole, riesce a esprimere la realtà complessa dell’esperienza umana facendo ricorso al termine che designa propriamente le viscere materne, il grembo in cui ha inizio ogni vita. Sul piano delle relazioni che ci fanno umani, l’immagine richiama il sentimento intimo di coappartenenza che lega il bambino alla madre. La misericordia così intesa evoca il mondo degli affetti originari, l’amore viscerale che unisce il generato a chi gli ha dato la vita, quell’amore che per sua natura è gratuito e non condizionato dalla reciprocità, mosso unicamente dalla volontà di bene per l’altro. L’altro termine che l’ebraico usa per rendere l’idea di misericordia è chesed, affine nel significato all’altro, ma mentre l’amore viscerale è originario e spontaneo, chesed è frutto di una deliberazione e si colloca in un rapporto connotato da diritti e doveri. È l’amore con cui l’Eterno si è destinato al suo popolo, quasi vincolandosi a esso. È la bontà che si esprime nel perdono, nella compassione e nella pietà, sulla base della fedeltà a un impegno che comporta dedizione piena in forza di vincoli di natura o per un dovere liberamente assunto. In questo quadro si comprende come l’idea di misericordia nell’Antico Testamento si colleghi a quella di alleanza, di promessa e di compimento: tutto il mondo spirituale del patto fra l’Eterno e il suo popolo è nel segno della misericordia, di un amore cioè liberamente scelto e voluto fino in fondo, nella realizzazione fedele del disegno che esso comporta per il bene dell’amato. Il greco del Nuovo Testamento è erede del vocabolario ebraico della misericordia, anche qui l’espressione usata significa letteralmente “viscere”. Da essa deriva il verbo usato nella parabola del figliuol prodigo per esprimere la reazione del Padre alla vista del figlio che ritorna da lui. È un Padre dalle “viscere” materne quello che Gesù presenta, un Dio dall’amore gratuito e irradiante, pronto sempre a cominciare di nuovo con chi ritorna a lui con cuore pentito e bisognoso di misericordia La misericordia evoca così le idee di gratuità, di custodia e di affidabilità incondizionata, fondate su un rapporto d’amore originario, fonte di sempre nuova vita: ciò di cui tutti, senza eccezione alcuna, abbiamo nostalgia e bisogno.
La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).

 

















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