Se il Parco del Secchia viene considerato “una risorsa fondamentale per preservare l’ecosistema della zona”, è anche vero che le problematiche rimangono tutte lì, visibili. Così, mentre il consigliere regionale della Lega Nord, Stefano Bargi, aveva posto una questione di merito in Regione, per cercare di comprendere la portata del progetto, la sua capacità di inserirsi sul discorso autostradale e avere dati certi sulle cifre; le piccate risposte del segretario Pd, Mesini, sembrano a tutti gli effetti saccenti e arroganti. «Non mi sono di certo dovuto scomodare per intervenire nel merito (né mi sono dovuto informare tramite Facebook o al bar Sport, come pensano i miei interlocutori) anche perché – sottolinea Stefano Bargi – ritengo che questo sia il mio ruolo. Anzi, forse Mesini ed il Sindaco Pistoni dovrebbero ricordarsi che, appena eletto, a fine 2014, ho dato da subito la mia disponibilità a farmi portavoce in Regione per i problemi della nostra Città, ma ad oggi non sono mai stato contattato dall’amministrazione sassolese, che però non mi sembra particolarmente considerata all’interno della struttura del Pd».
Ovviamente, anche il segretario leghista di Sassuolo, Menani, non è rimasto a guardare: «Han sempre detto che le pentole vuote fan più rumore – ironizza il segretario del Carroccio – e mi sembra che, in alcuni casi, probabilmente, siano le zucche vuote a far ancora più rumore. La sensazione – dice – è che si stia creando un ente che avrà certamente dei costi, che peseranno sui bilanci e il risultato sarà quello di rallentare ulteriormente le decisioni in merito alla gestione della fascia del Secchia. Tirare in ballo un consigliere regionale, che lavora sodo e ha espresso una legittima opinione sul futuro ente, a male parole, la dice lunga sulla correttezza del segretario Pd.» Al di là della mera querelle politica, comunque, «Lo stato di manutenzione dell’area del Secchia è sotto gli occhi di tutti: troppi enti – conclude Menani – hanno competenze e il risultato è l’inefficienza quasi totale. Prima di sparar fandonie, magari si documentino meglio, per evitare magre figure».