Adesioni sul 40%-50% allo sciopero di un’ora (l’ultima di ogni turno) indetto per oggi dalla Fp/Cgil di Modena, contro la decisione unilaterale dell’Ausl di non evacuare i locali del distretto sanitario di Sassuolo ex Villa Fiorita, contaminati dalla formaldeide.
“Considerato che lo sciopero è ancora in corso (essendo l’ultima ora di ogni turno di lavoro) e che i risultati dell’adesione saranno definitivi solo nei prossimi giorni – afferma Anna Paragliola, Fp/Cgil Modena – l’astensione di oggi rappresenta una risposta chiara dei lavoratori all’Azienda Usl per essere stati messi di fronte ad una decisione compiuta, senza chiarire i tanti interrogativi che ancora permangono.
Infatti, mentre la Direzione continua a dire a sindacati e lavoratori che va tutto bene, che i valori di formaldeide risultano in calo dagli ultimi campionamenti, al tempo stesso continua il trasferimento parcellizzato dei reparti (ultimo in ordine di tempo quella della pediatria di comunità che si sta concludendo proprio in questi giorni). Inoltre – aggiunge – nonostante l’impegno preso in Prefettura, l’Ausl non ha ancora trasmesso alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori, le relazioni della Fondazione Maugeri in base alle quali sono state adottate le decisioni aziendali.
I lavoratori esprimono delusione e amarezza: “siamo l’ente che si occupa della salute dei cittadini, ma non ci sentiamo sufficientemente tutelati sul piano della nostra salute dal nostro datore di lavoro”.
I lavoratori sono consapevoli che lo sciopero di un’ora non cambierà le scelte aziendali, ma non hanno voluto rinunciare a manifestare la loro contrarietà rispetto non solo alla modalità di gestione dell’intera vicenda, ma anche per essere stati comunque lasciati esposti a lungo alla formaldeide e inascoltati rispetto alle tante denunce fatte in passato.
Adesso la parola passa all’Inail sul riconoscimento di eventuali malattie professionali per diversi lavoratori che hanno un quadro patologico stabile (asma, dermatite, ecc…), valutato dal medico competente dell’azienda, riconducibile all’esposizione a sostanze tossico-cancerogene.
Una domanda a cui ancora non c’è risposta: se va tutto bene, perché i servizi che sono stati già trasferiti (neuropsichiatria infantile, pediatria di comunità, psicologia clinica, consultorio familiare), non hanno ancora una previsione di rientro?
Senza risposte chiare, anche i lavoratori di questi servizi non saranno certamente tranquilli a rientrare in uno stabile senza le necessarie garanzie di salubrità che oggi sono solo a parole.
La Fp/Cgil e il patronato Inca – conclude Paragliola – continueranno a stare a fianco di questi lavoratori e ad accompagnarli in tutti i percorsi che vorranno intraprendere per essere risarciti di quanto hanno subito, ma soprattutto per vigilare, con tutti gli strumenti a disposizione, su quanto accadrà in futuro”.