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Scuola, domani sciopero nazionale contro il ddl del governo

No all’idea di “scuola-azienda” sostitutiva del concetto di “scuola per l’uguaglianza” contenuto nella Costituzione. Per questo i sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno proclamato per domani – martedì 5 maggio – uno sciopero nazionale unitario del comparto scuola, con manifestazione a Milano per tutto il Nord Italia. Sono numerosi i motivi per i quali le organizzazioni sindacali sono contrarie al disegno di legge del governo su “La buona scuola”. Per i sindacati l’aumento dei poteri attribuiti al dirigente scolastico scardina i principi della democrazia scolastica fondata su pluralismo e cooperazione, nonché il potere deliberativo degli organi collegiali. Il ddl lede i diritti relativi alla libertà d’insegnamento che discendono dall’art. 33 della Costituzione (“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”) attraverso l’istituzione di un ordine gerarchico che porrà il docente in un rapporto di subalternità. Inoltre l’ingresso dei privati nella scuola, a vantaggio delle logiche del mercato, radicalizzerà la sperequazione tra indirizzi, territori e destinatari, minando altresì l’unitarietà del sistema scolastico statale. Secondo Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda l’introduzione di un sistema competitivo si tradurrà in una rivalità tra colleghi e in una gerarchizzazione del corpo docenti contraria allo spirito di collegialità e condivisione su cui fino a oggi si è fondata la vita scolastica. Ancora, avverrà l’espulsione dal sistema delle nomine dei supplenti a seguito del divieto di stipulare contratti per più di 36 mesi su posti liberi. Inoltre il piano delle assunzioni esclude la scuola dell’infanzia dal piano delle assunzioni. Infine manca la possibilità di avviare contratti di apprendistato a partire dal secondo anno della scuola secondaria di secondo grado, in violazione del diritto all’assolvimento dell’obbligo scolastico. «Denunciamo l’uso strumentale e propagandistico del progetto di assunzione dei precari, diritto imposto dall’Unione europea dopo la sentenza della Corte di Giustizia, ma presentato dal governo come un’iniziativa volta a un grande piano di investimento – affermano le segreterie provinciali di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda – Si utilizza la stabilizzazione dei precari per affermare il controllo della politica attraverso il balletto degli incarichi triennali, la cancellazione del diritto alla sede di titolarità per tutti i docenti, l’attribuzione di un nuovo incarico ogni tre anni a discrezione del dirigente scolastico. Sottolineiamo la gravità dell’assenza nel documento di governo di un qualsiasi riferimento al personale ata come componente integrante, attiva e partecipe della vita scolastica». Per i sindacati la condizione critica della scuola italiana ha bisogno, invece, di strumenti normativi e provvedimenti legislativi, quali un decreto d’urgenza per la stabilizzazione dei precari, il rinnovo del contratto per le materie relative al rapporto di lavoro (salario, professione, carriera, mobilità ecc.), un disegno di legge per le materie di sistema (ordinamenti, discipline, organi collegiali, semplificazione ecc.).

















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