«E’ una firma che guarda allo sviluppo del nostro territorio quella in calce al Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico sociale. E’ un primo mattone su cui costruire la nuova città metropolitana. Definire gli assetti economico-sociali su cui questa realtà istituzionale si dovrà reggere ne indica in modo chiaro anche l’identità comunitaria capace di mettere a sistema le tante ottime esperienze locali.
Lavoro e sviluppo economico sono le due voci pesanti di questo patto. Due voci in sofferenza se si pensa che, nel giro di un mese scarso (febbraio-marzo 2015), la Cassa integrazione, nel territorio bolognese, segna un + 105% passando da 495.383 ore a 1.019.773 ore. A rilevarlo è il Servizio politiche del Lavoro e della Formazione della Uil che, nello scorporare i dati, osserva come la Cassa in deroga registri un -87,4% (da 20.233 ore a 2.554 ore). Un calo che non indica ripresa, ma crisi o meglio licenziamenti a seguito di chiusure (per lo più commercio e artigianato) al termine di procedure di mobilità. Un esempio su tutto il caso del Mercatone Uno.
Bologna, ma anche la regione è, dunque, nel pieno di un’emergenza occupazionale e lavorativa. Ecco perché questo Patto metropolitano, essendo ancora in attesa di delucidazioni sul Patto per il lavoro della Regione Emilia Romagna, rappresenta un primo passo per invertire la rotta».