“L’Expo 2015 che si aprirà a Milano il prossimo 1° maggio con il suo tema conduttore ‘Nutrire il pianeta’, rappresenterà una grande riflessione planetaria anche sui danni che l’uomo ha propinato alla terra in quasi 200 anni di industrializzazione e che dobbiamo ripristinare recuperando anche un rapporto più armonico con la terra. L’Expo di Milano, come lo sono state le 20 esposizioni universali che l’hanno preceduto, a partire dal 1851, a Londra, rappresenterà un grande luogo di incontro tra Paesi e culture e di confronto sul futuro”.
Lo ha detto il Prof. Fulvio Irace, professore ordinario di “Storia dell’Architettura” presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano, campus Bovisa, membro del Comitato scientifico della Triennale di Milano e curatore del settore Architettura e Territorio, nel corso della Lezione Magistrale rivolta agli studenti degli istituti superiori Sassolesi che si è tenuta questa mattina, martedì 10 marzo, all’aula Magna del Polo Scolastico.
L’iniziativa, organizzata dal Comune di Sassuolo, in collaborazione con Confindustria Ceramica al sostegno di Caseloft, ed introdotta dal Vicesindaco ed Assessore all’istruzione Maria Savigni, ha aperto ufficialmente il percorso di “Sassuolo per Expo 2015”.
Partendo dalla prima esposizione universale di Londra del 1851, Riace ha poi ripercorso significati e temi e caratteristiche delle 20 tappe dell’EXPO che si succedute nel 900 e nei primi anni del 2000 nelle grandi città di Stati Uniti ed Europa, sottolineando la capacità e “la forza dell’Expo non solo di rappresentare lo spirito di un epoca, ma di proiettare i luoghi stessi e le città in prospettiva futura. L’enorme Palazzo di vetro realizzato a Londra per ospitare l’Expo nel 1851, primo esempio di edificio prefabbricato, così come la torre Eiffel, sono solo alcuni esempi dei simboli dell’Expo; realizzazioni innovative, capaci di stupire e di aprire nuove prospettive di futuro e di progresso”.
Simboli come lo fu il traforo ferroviario del Frejus tra Italia e Francia e che nel 1906 venne utilizzato come immagine che accompagnò l’esposizione internazionale di Milano. “Un secolo e mezzo fa – ha affermato Irace – questa esposizione celebrava il progresso della tecnica. Oggi stiamo celebrando la lentezza connessa ad una nuova cultura del cibo, dell’alimentazione, della coltivazione, della vita. E’ evidente come le prospettive siano completamente cambiate”.
“Lo sviluppo tecnologico, legato all’innovazione scientifica – ha affermato il Prof. Irace rispondendo ad una domanda dalla platea – sarà certamente presente anche nell’Expo 2015, ma in forme diverse, per esempio come rappresentazione degli effetti delle biotecnologie e delle nano tecnologie utilizzate anche nell’ambito delle coltivazioni e dell’industria alimentare”.
Il Prof. Irace si è poi soffermato anche sugli aspetti urbanistici legati all’Expo: “L’esposizione di Milano avrà un aspetto ed un’organizzazione degli spazi diversa rispetto alle edizioni precedenti, concepite come un agglomerato di stand e padiglioni. All’Expo di Milano le installazioni degli otre 100 Paesi partecipanti saranno sviluppate lungo una grande linea direttrice, nella quale spiccherà, per dimensioni, il padiglione Italia. Questa grande strada rappresenterà il luogo in cui le culture ed i Paesi, con le loro caratteristiche, si rappresenteranno e confronteranno dando il senso di una comunità globale. In una società nella quale viviamo connessi in una realtà deframmentata, è sempre più diffuso il bisogno di ritrovarsi come comunità reale e fisica in uno spazio concreto e condiviso. Anche questo costituirà lo spirito dell’Expo”.
Ringraziando la platea per la partecipazione ed il Prof. Irace per la lezione, il Vicesindaco Maria Savigni ha concluso l’incontro sottolineando la rilevanza delle molteplici riflessioni emerse dall’incontro sul significato dell’EXPO non solo per il sistema Paese ma anche per i singoli territori. Un significato che va oltre i pur importanti temi dell’economia, della sostenibilità e dello sviluppo connessi al principale tema conduttore dell’esposizione globale ‘Nutrire il Pianeta’, ma coinvolge i popoli e le masse, con le loro caratteristiche e le loro differenza, in un grande momento di partecipazione, di confronto e di sguardo globale sul futuro”.