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Tiziano Motti: “La corruzione? Produce danni all’economia reale per 120 miliardi di euro l’anno”

3Motti-2014-okSe pensiamo che la corruzione sia solo un problema dei Paesi del Terzo Mondo ci dobbiamo ricredere rapidamente: quattro cittadini dell’Unione europea su cinque considerano la corruzione un problema grave nei rispettivi Stati membri.

In pratica, è preoccupato ben l’80% della popolazione. Il problema come sempre non è solo morale, ma anche economico: si stima, infatti, che la corruzione costi all’economia dell’Unione 120 miliardi di euro l’anno, ovvero l’1% del Pil dell’Ue e poco meno del bilancio annuale dell’istituzione medesima. È chiaro pertanto che occorre un forte impegno politico per contrastare questo tipo di reato.

Negli ultimi dieci anni è stato creato un quadro normativo per combattere la corruzione in Europa. Purtroppo i risultati sono ancora scarsi, perché non tutti i

Paesi membri hanno fatto finora gli sforzi necessari. E l’Italia – accompagnata dall’Austria e dalla Germania – non è nella migliore posizione:  non ha nemmeno ratificato la Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d’Europa.

Sembra che l’ostacolo principale resti l’attuazione delle norme a livello nazionale. «Questo riflette la mancanza di volontà politica nella lotta alla corruzione in tutte le sue forme», sottolinea un rappresentante della Commissione europea, che ha presentato e discusso in Parlamento un pacchetto di misure chiamato appunto “Combattere la corruzione nella Ue”.

L’Unione europea ha deciso però di darsi da fare e per rispondere all’inerzia delle politiche degli Stati membri ha creato un nuovo sistema che prevede un  “rapporto anti-corruzione” ogni due anni. Tale rapporto altro non è che un nuovo meccanismo di valutazione per esaminare l’impegno nella lotta alla corruzione nell’Ue. La relazione identificherà le tendenze e le carenze che devono essere affrontate, oltre a incoraggiare l’apprendimento tra pari e lo scambio delle migliori pratiche.

Un appuntamento importante che entrerà in vigore dal 2013 e che permetterà di potenziare la legge a livello nazionale.

Gli Stati membri non dovranno investire nuove risorse per questo progetto.

La Commissione utilizzerà infatti dei meccanismi di monitoraggio già esistenti, rivolgendosi anche ad esperti indipendenti, specialisti in affari e esponenti della società civile. I deputati europei a Bruxelles hanno accolto con grande entusiasmo le misure proposte ed hanno sottolineato l’importanza di tutelare adeguatamente chi denuncia un atto di corruzione, insieme all’esigenza di una maggiore rapidità nelle indagini.

«Tra le varie misure che si vogliono adottare – spiega l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti – figurano una modernizzazione delle norme dell’Ue concernenti la confisca dei proventi di attività illecite, una strategia per migliorare le indagini sui reati finanziari negli Stati membri, e un piano d’azione sulle modalità di perfezionamento della raccolta di dati statistici sulla criminalità».

«E’ chiaro che senza una forte volontà politica non riusciremo a risolvere il problema della corruzione», sottolinea l’onorevole reggiano -. «Tuttavia saluto senz’altro con favore l’impegno della Commissione europea e del Parlamento che cercano di arginare questo fenomeno, ma mi rendo perfettamente conto che il problema deve essere risolto a livello nazionale. Ognuno dei ventisette Paesi membri deve fare la sua parte e deve farla con un certo rigore», continua l’onorevole.

«Citando la Commissaria Malmstrom – ribadisce – posso aggiungere che sul piano internazionale ed europeo esistono quadri giuridici sufficientemente sofisticati, ma a livello degli Stati membri dell’Ue l’attuazione è disomogenea».

«Indipendentemente dalla sua natura e portata, la corruzione danneggia tutti gli Stati membri e l’Unione nel suo insieme, diminuendo i livelli di investimento, ostacolando il corretto funzionamento del mercato europeo e intaccando le finanze pubbliche», conclude l’onorevole reggiano.

















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