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Lapam: ‘La delega fiscale resti una priorità”

Erio-Luigi-Munari-Lapam“I principi della delega fiscale sono troppo importanti per gli artigiani e le piccole imprese. Ci auguriamo che nulla ne rallenti l’attuazione attesa da troppo tempo dalle aziende”. Il Presidente di Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari, interviene sul decreto in materia fiscale, per sottolineare l’importanza del progetto di riordino del sistema tributario, frutto di un lavoro lungo ed approfondito, che ha trovato negli ultimi provvedimenti inseriti in legge di stabilità alcune anticipazioni ma non certo il proprio compimento.

“È un’occasione storica per cambiare il rapporto fra i contribuenti e Stato e, soprattutto, per ridurre la pressione fiscale sulle imprese orientando il sistema alla crescita – afferma il presidente Lapam – Per le piccole imprese sono fondamentali tutti gli aspetti della delega che attendono di essere attuati: dal riordino degli adempimenti e dei regimi fiscali alla riforma del catasto dei fabbricati, che devono corrispondere ai reali valori di mercato oggi in diminuzione, dalla semplificazione degli obblighi contabili e dichiarativi fino alla razionalizzazione del reddito d’impresa e dell’IRAP. Ci sono tutte le premesse per una revisione complessiva del sistema tributario che, finalmente, renda giustizia ai troppi interventi spot guidati  dall’emergenza”.

Lo stato attuale del carico fiscale che Confartigianato sta monitorando da tempo attraverso “Burofisco Index”, strumento di sintesi del saldo tra semplificazione e appesantimento burocratico, ha individuato 703 norme fiscali in 47 provvedimenti emanati negli ultimi 6 anni e 5 mesi. Il lavoro evidenzia come persista l’aumento della pressione burocratica fiscale, anche se nel 2014 ha subito una “decelerazione”.

Ad ogni norma che semplifica, comunque, ne vengono emanate 4,3 che hanno un impatto burocratico sulle imprese. Una comparazione internazionale basata sui dati “Doing Business 2015” rileva come in Italia un’impresa impieghi 269 ore per pagare le imposte: il 53,3% in più della media Ocse. I dati parlano chiaro: la strada è in salita.

“I nostri imprenditori – conclude Munari – hanno interesse ad una profonda e strutturale rivisitazione del farraginoso e vetusto sistema fiscale. Bisogna cambiare volto al fisco italiano per renderlo più equo, più semplice e trasparente, sempre più vicino all’andamento del mercato e alla redditività reale d’impresa. Mi auguro che questa finalità stia a cuore davvero a tutti per portare a termine rapidamente una missione decisiva per le prospettive di sviluppo delle nostre aziende”.

 

 

















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