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Fp/Cgil-Uil/Fpl: verso lo sciopero generale del 12 dicembre. Oggi assemblee dei dipendenti della sanità modenese

assemblea-sanitaOggi maxi assemblea cumulativa di tutti i dipendenti della sanità provinciale da Pavullo a Mirandola sulle motivazioni dello sciopero generale Cgil-Uil del 12 dicembre.
In tutti gli ospedali della provincia di Modena, dal Policlinico al Nuovo ospedale civile di Baggiovara, all’ospedale di Carpi e Sassuolo, all’ospedale di Castelfranco Emilia e in tutti gli altri presidi, i sindacati di categoria Fp/Cgil e Uil/Fpl hanno svolto in contemporanea 8 assemblee dalle ore 8 alle 10 del mattino, per confrontarsi con i lavoratori sui tagli e le misure previste nella Legge di Stabilità (in foto alcuni momenti dell’assemblea ai Poliambulatori del Policlinico).
Erano presenti oltre 150 lavoratori e lavoratrici, potendo partecipare a queste assemblee prevalentemente il personale non addetto all’assistenza diretta (uffici, Cup, Saub, casse, Urp, ecc..)

I sindacalisti di Fp/Cgil e Uil/Fpl hanno illustrato le ragioni alla base dello sciopero generale del 12 dicembre contro il Jobs Act e le misure della Legge di Stabilità. Hanno evidenziato come il blocco dei contratti pubblici, il blocco del turn over e della contrattazione di secondo livello e il taglio di 31 mld di euro in 5 anni, stanno conducendo il SSN al collasso.
Il taglio ai servizi e l’accanimento contro i lavoratori peggiorano la vita di tutti, soprattutto dei cittadini che hanno a che fare tutti i giorni con una sanità con meno soldi e meno personale. Una sanità che tiene ancora grazie solo al civismo, all’etica e al senso di responsabilità di chi ci lavora.
Il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori e delle operatrici mettono ogni giorno più a rischio il diritto universale alla tutela della salute e la qualità dell’assistenza.
I lavoratori, interagendo con i sindacalisti, hanno espresso forte preoccupazione rispetto al contrarsi della risposta pubblica. Hanno sottolineato come la riforma della PA, per ora solo annunciata, non aggredisce gli sprechi, non consente economie di scala e quindi il recupero di risorse che potrebbero essere reinvestite nel sistema per qualificarlo e renderlo più efficiente.
I Sindacati hanno espresso anche un giudizio critico contro il Jobs Act: la cancellazione dell’articolo 18, il demansionamento, il controllo a distanza non porteranno maggiore occupazione ma solo una maggiore possibilità di ricatto.

(Fp/Cgil-Uil/Fpl Modena)

















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