Un intramontabile capolavoro shakespeariano, un attore amatissimo dal pubblico e acclamato dalla critica, una regia sorprendente. E’ alle stelle l’attesa per ‘Il Mercante di Venezia’, interpretato da Silvio Orlando, per la regia di Valerio Binasco, in una produzione Oblomov Films, che andrà in scena al Teatro Duse di Bologna dal 28 al 30 novembre (venerdì e sabato alle ore 21, domenica alle ore 16). Sul palco, accanto a Silvio Orlando, gli attori della Popular Shakespeare Kompany, fondata nel 2012 da Binasco che qui scava nelle categorie di ‘bene’ e di ‘male’ fino a rimescolarle. Nella sua messa in scena, diventa così fondamentale lo scontro tra una moltitudine di uguali, i cristiani di Antonio, e il singolo diverso, l’ebreo Shylock (Silvio Orlando). Intolleranza e razzismo, etica, false apparenze e, su tutto, il denaro con il suo potere e i suoi limiti. Questi i temi al centro dell’opera che resta tra le più celebri e attuali di William Shakespeare.
Shylock è “un vecchio – spiega Silvio Orlando – che si mette di traverso alla felicità dei giovani, facendo saltare il patto delle generazioni. Un po’ quello che succede oggi, ma il regista Valerio Binasco lo vuole anche ferito e dolente”.
“Gli eroi di questa storia non sono degli eroi – sottolinea lo stesso Valerio Binasco – stanno in seconda e terza fila nella vita, ma hanno delle inquietudini, una spinta che li porta al gesto rischioso. Tuttavia, il fatto che siano sempre avventure condivise all’interno di un gruppo gli amici, fa di loro degli eroi un po’ paesani, creatori di aneddoti più che di leggende”. Il testo appare dunque come “una cupa contro-favola che fa sorridere solo gli adulti, perché hanno perso ogni speranza, ma noi – avverte il regista – non dobbiamo cedere a questa tentazione, anzi, dobbiamo fare del Mercante una grande favola e una festa del teatro, cioè della speranza”.
Ricordando poi che “ne ‘Il Mercante di Venezia’ le differenze religiose sono tratteggiate in modo fatuo”, Binasco chiarisce che “non è un problema di fede, ma di conformismo”. “L’essenziale, riguardo a Shylock, non è che sia un eretico o un ebreo, ma che è un outsider” prosegue il regista che confessa “la terribile, umiliante, meschina sconfitta di Shylock, giusta o non giusta che sia, mi mette a disagio”. “Annuncio fin d’ora che starò dalla sua parte – continua – del resto, il bene e il male si spostano di continuo nel corso della pièce, a seconda delle circostanze e questa è una verità moderna e inattaccabile. La verità di una favola che rivela che non c’è nessuna verità”.
“Eppure la vita può essere lo stesso una festa, anche se il giorno stenta ad apparire e non è né notte né giorno – conclude il regista – è l’ora stramba del teatro, quando sorge una luna di carta e il vento accarezza le foglie senza fare alcun rumore. Niente ci ferisce, nemmeno la vita. Non c’è nulla di più lieve, al mondo, del nostro essere qui. Insieme. Uguali”.
La trama: siamo a Venezia nel XVI secolo, Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, vorrebbe la mano di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte. Per corteggiarla degnamente, chiede al suo carissimo amico Antonio, il mercante di Venezia, tremila ducati in prestito. Antonio non può prestargli il denaro poiché ha investito in traffici marittimi. Garantirà per lui presso Shylock, usuraio ebreo, che non sopporta lo stesso Antonio, poiché presta denaro gratuitamente, facendo abbassare il tasso d’interesse nella città. Nonostante ciò, Shylock accorda il prestito a Bassanio. L’ebreo però, in caso di mancato pagamento, vuole una libbra della carne di Antonio, richiesta che alla fine gli si rivolterà contro.
La biglietteria del Teatro Duse in via Cartoleria, 42 – Bologna è aperta dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 Tel. 051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it – I biglietti sono acquistabili anche on line sul sito www.teatrodusebologna.it